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L’accordo «Open Skies» tra USA e UE: un primo passo decisivo

Un Analisi dell’accordo

, di Traduzione di Matteo Minchio, Florent Banfi

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L'accordo «Open Skies» tra USA e UE: un primo passo decisivo

Dal 30 marzo, il trasporto aereo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti ha conosciuto dei cambiamenti importanti. L’attuazione della prima fase dell’accordo «Open Skies», offrirà nuove opportunità alle compagnie, così come ai passeggeri.

Mentre Air France e Alitalia – due delle più grandi compagnie aeree europee – lottavano sino a poco tempo fa per convincere Neelie Kroes, Commissario alla concorrenza, a dare via libera alla fusione, la Commissione europea ha realizzato un accordo con gli Stati Uniti per regolare il traffico aereo transatlantico. I negoziati sono iniziati nel 2003, ma una soluzione è stata trovata soltanto da qualche settimana, mentre l’aviazione attraversa una situazione particolare su scala planetaria.

L’aumento del traffico aereo, sia dei passeggeri che delle merci, trova la sua spiegazione nell’evoluzione del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale. Gli analisti prevedono una crescita del 5,1% del numero di passeggeri sulle linee internazionali tra il 2007 e il 2011 [1]. L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (AITA) ha previsto una crescita del 4,8% del trasporto merci nello stesso periodo. Le due tendenze sembrano favorevoli, ma notiamo che tale aumento è più debole che durante il periodo 2002 – 2006. In aggiunta, ci si attende che l’Europa e gli Stati Uniti conoscano un aumento più debole del loro PIL rispetto alla media mondiale. Il futuro delle compagnie aeree quindi non è certo drammatico, ma è sempre molto incerto, tenuto conto della sua correlazione con la crescita del PIL mondiale e che le previsioni attuali di crescita per l’Unione europea e gli Stati Uniti non sembrano incoraggianti, se poste in una prospettiva globale.

Sino a due settimane prima dell’intesa, le norme per regolare il traffico aereo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti erano stabilite da accordi nazionali. Un primo gruppo di Stati membri [2] aveva siglato degli accordi bilaterali con gli Stati Uniti, che permetteva alle compagnie aeree di volare senza restrizioni di capacità né di prezzo verso qualunque destinazione americana, ma solo dal proprio paese. A un secondo gruppo [3]di paesi europei era stato posto un limite nella frequenza dei voli settimanali o nel numero di compagnie aeree. Infine, gli altri paesi membri [4] non avevano alcuna base giuridica per i voli diretti da e verso gli Stati Uniti.

L’accordo Open Skies

L’accordo UE- USA comporta un gran numero di nuove disposizioni, ma tre di esse sembrano decisive per il futuro del traffico aereo mondiale.

 Il riconoscimento di tutte le compagnie aeree europee come «Community air carriers»: tutte le compagnie europee sono classificate allo stesso modo senza discriminazioni sulla base del loro paese d’origine (se appartenenti all’Unione europea)
 Sono possibili i voli tra tutte le destinazioni europee e tutte le americane: le compagnie potranno volare da qualunque aeroporto europeo verso qualunque destinazione americana
 Sono possibili i voli oltre gli Stati Uniti verso paesi terzi: le compagnie europee potranno viaggiare anche oltre gli Stati Uniti e proporre delle destinazioni che facciano scalo negli Stati Uniti. Riguardo i voli merci tra gli Stati Uniti e i paesi terzi : il volo seguirà le stesse regole sopraesposte per il traffico dei passeggeri.

Tutto ciò permetterà di viaggiare da qualunque aeroporto europeo verso qualunque aeroporto americano con una qualunque compagnia europea o americana. Questa importante novità metterà sullo stesso livello i diritti di tutti i paesi dell’Unione Europea, compresi quelli che sinora non avevano siglato alcun accordo bilaterale con gli Stati Uniti, e farà aumentare il numero di destinazioni possibili per molti Europei.

Altri elementi-chiave dell’accordo garantiscono, tra l’altro, una cooperazione nei campi della difesa, della sicurezza delle persone e dell’ambiente.

 Sicurezza nei cieli: l’UE e gli USA lavoreranno insieme per rendere compatibili gli standard e le prassi per facilitare una comune normativa aerea.
 Sicurezza a bordo: da un lato, saranno stabilite delle procedure consultive sui problemi di sicurezza e dall’altro riconosciuto lo sviluppo di responsabilità sulla sicurezza a livello di Unione europea.
 Ambiente: le linee aeree americane potranno essere sottoposte alla tassazione sul carburante per aerei sulle rotte tra gli Stati Membri.

Tale accordo rappresenta solo un primo passo nel processo d’integrazione dei cieli americani ed europei. UE e USA sono d’accordo nell’aprire una seconda fase di negoziato dopo maggio 2008 per discutere dei seguenti temi: facilitare gli investimenti esteri, incoraggiare il processo di liberalizzazione, aumentare l’accesso a Fly America, favorire il prestito ma anche gli obblighi ambientali e strutturali.

Aprire i nostri cieli?

Tra le numerose ragioni enumerate dalla Commissione, dobbiamo riconoscere due elementi che spingono in avanti verso un accordo comune tra l’UE e gli USA. Il primo riguarda i benefici economici che l’UE otterrà in cambio. “Un’aviazione aperta tra UE e USA, per i primi 5 anni, produrrebbe più di 25 milioni di passeggeri in più tra UE e USA, generando più di 15 miliardi di euro di risparmi per i clienti e creando 80.000 nuovi posti di lavoro nell’UE e negli USA.” La ragione economica è evidente in un’Unione europea la cui economia non è affatto florida.

Il secondo argomento è giuridico: 16 paesi europei hanno accordi bilaterali con gli USA, ma diversi gli uni dagli altri (e 11 paesi non hanno accordi). Queste intese interferiscono con il diritto comunitario e con il mandato stabilito dal Consiglio per i negoziati con gli USA. Tutto ciò è accaduto in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia sui casi sottoposti dalla Commissione contro otto Stati membri che avevano sottoscritto accordi bilaterali con gli Stati Uniti [5]. La Corte di Giustizia ha rilevato che gli accordi bilaterali riguardavano alcune materie di competenza comunitaria e mettevano in discussione il diritto di stabilimento sancito dal Trattato garantendo un diritto di volo esclusivo alle compagnie aeree controllate dai loro paesi.

Il mandato del negoziato consisteva nel trovare rimedio agli elementi contenuti negli accordi bilaterali esistenti che non erano in conformità con il diritto comunitario ed assicurare che non fosse fatta alcuna discriminazione tra le compagnie aeree in base alla nazionalità. L’accordo avrebbe dovuto anche creare un mercato comune per il trasporto aereo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti con l’inclusione dei mercati interni delle due regioni. L’obiettivo era stabilire un’Area Aperta per l’Aviazione (OAA) tra l’UE e gli USA. Il processo di negoziato è stato innescato dall’argomento legale.

Oltre il Single European Sky

La Commissione europea sta riproducendo il meccanismo del “Single European Sky", il cui successo ha fornito ai cittadini europei un’offerta più ampia ad un prezzo più basso e ha creato delle rilevanti evoluzioni nel mercato del traffico aereo. La ragione principale è stata la progressiva deregolamentazione che ha consentito alle compagnie esistenti di adattare la loro struttura e a nuovi concorrenti di entrare “facilmente” sul mercato. L’accordo concluso dal Vicepresidente della Commissione Jacques Barrot riprodurrà il fenomeno osservato con “Single European Sky” su una più grande scala?

La prima conseguenza del Single European Sky è stata l’apertura di nuove rotte tra gli aeroporti che prima non erano connessi tra loro. Ciò ha notevolmente incrementato l’accesso ad alcune destinazioni riducendo i tempi di viaggio grazie a collegamenti diretti. Nuove compagnie con innovative strutture d’impresa hanno colto tale opportunità per entrare nel mercato del traffico aereo per i passeggeri. Accadrà ancora con l’accordo USA-UE?

Il modello d’impresa delle compagnie europee a basso costo corrisponde ad una situazione particolare creatasi con questa specifica deregolamentazione operata per il Single European Sky. La pretesa che questo modello d’impresa, ragione del successo di molte compagnie in Europa, possa essere esteso ai voli transoceanici è impropria. Le condizioni economiche applicate ai viaggi di lunga durata sono troppo differenti da quelle per i voli intra-europei per copiare interamente l’attuale modello (dove la durata dei voli incide direttamente sulla produttività complessiva).

Ma come il Single European Sky ha permesso la creazione di nuove opportunità per il traffico aereo e nuovi modelli d’impresa, l’accordo USA-UE “Open Skies” creerà nuove possibilità di sviluppo. Se nuovi modelli di businness saranno sperimentati, l’accordo EU-USA potrebbe offrire l’inquadramento giuridico per lo sviluppo di nuove rotte aeree.

La seconda conseguenza del Single European Sky è stata la riduzione dei costi di viaggio per i passeggeri. Grazie alla deregolamentazione, la competizione tra le compagnie aeree è aumentata. Essa ha esercitato una pressione sulle compagnie e sui monopoli esistenti e li ha messi alla prova, provocando un generale abbassamento dei prezzi. Sarà possibile anche per i voli tra l’UE e gli USA? L’aumento di concorrenza aggiunto alla deregolamentazione creerà delle condizioni favorevoli per la riduzione dei prezzi, sebbene molti fattori possano interferire con un tale scenario.

Lo sviluppo nel corso degli ultimi anni di alleanze (Star Alliance, Sky Team e Oneworld) dimostra la tendenza a cercare sinergie tra le compagnie. Al di là delle alleanze, si può considerare che le compagnie aeree a livello europeo hanno imboccato la strada verso una maggiore integrazione (si guardi quello che succede con Alitalia). Ciononostante, all’interno delle alleanze le compagnie sono associate per la loro complementarietà piuttosto che le loro affinità (presenza geografica, flotta aerea…). Di conseguenza, un maggiore e più semplice accesso ai nuovi aeroporti e rotte aeree offrirà sicuramente nuove opportunità d’integrazione tra queste alleanze. Così come il Single European Sky, il nuovo accordo UE- USA permetterà significativi sviluppi delle compagnie aeree.

L’accordo “Cieli Aperti” tra gli Stati Uniti e l’UE offrirà molte nuove opportunità sia per le compagnie che per i passeggeri, ma a questo punto si è ancora lontani dal creare un reale “Cielo Unico” tra i due continenti. Molto deve essere fatto per armonizzare gli standard e sviluppare gli ambiti direttamente toccati dal traffico aereo (ambiente, sicurezza…) La Commissione europea ha quindi lanciato un importante progetto che deve essere accolto con favore, ma ha bisogno di essere ulteriormente sviluppato.

Note

[1IATA economic briefing passenger and freight forecasts

[2Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Svezia

[3Regno Unito, Irlanda, Spagna, Grecia, Ungheria

[4Bulgaria, Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Slovenia

[5Casi C-466-469/98, C-467/98, C-469/98, C-472/98, C-475/98, C-476/98.

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