Società civile e democrazia partecipativa

, di Simone Pronckutè, Tradotto da Alice Stradi

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Società civile e democrazia partecipativa

Una crisi della democrazia è oggi provocata dalla globalizzazione, ma, grazie all’uso crescente dei social network (Facebook, Twitter, blogs...) e degli strumenti di comunicazione mobile (smartphone, tablets...), diverse istituzioni internazionali hanno trovato il modo di aprire un dibattito in rete con la società civile.

La società civile sembrerebbe poter contribuire in maniera positiva alla democrazia; ad esempio, le associazioni civili, in contatto con differenti realtà sociali, possono fornire informazioni e analisi sicure. In questo modo, l’attivismo politico può dare potere ai cittadini e spingere la politica in direzione di una democrazia maggiormente partecipativa. La democrazia, tuttavia, è in una fase di cambiamento e trasformazione. La partecipazione e la democrazia online e le iniziative dei cittadini potrebbero giocare un ruolo di importanza sempre maggiore nell’attuale società civile; una maggiore attenzione dovrebbe essere prestata ai benefici della partecipazione in rete, come le Iniziative dei Cittadini Europei nell’UE (ad esempio, Fraternité 2020, Let me vote, Right to water) o le petizioni online per i cittadini, i governanti e la società civile.

Negli anni Novanta, la società civile divenne un obiettivo per le nuove democrazie, specialmente negli ex-regimi dittatoriali. La rivoluzione dell’informazione ha fornito nuovi strumenti per tessere legami e dare potere ai cittadini. La società civile è diventata allora un elemento-chiave del clima post-Guerra Fredda.

Secondo Putnam, le associazioni di volontariato sono il luogo in cui questa scoperta avviene. Putnam definisce l’intensificazione del rapporto tra libertà e buon governo come capitale sociale: nella piccola realtà del club di bowling e del sindacato locale, gli individui imparano la cooperazione, la reciprocità e fiducia necessarie per qualsiasi impresa collettiva, compresa la buona amministrazione. I cittadini devono prendere la decisione personale di aderire e partecipare alla vita della comunità e alle associazioni di volontariato.

La partecipazione della società civile e le Nazioni Unite

Diverse aree della governance globale sono effettivamente influenzate da una crescita della partecipazione della società civile. La fine della Guerra Fredda ha richiamato l’attenzione sul deficit democratico delle Nazioni Unite e di altre istituzioni internazionali. Queste istituzioni, storicamente inaccessibili o quasi, si sono lentamente e gradualmente aperte agli attori della società civile. Al giorno d’oggi, succede molto di rado che la società civile non abbia accesso alle istituzioni internazionali.

In che modo e misura la società civile può influenzare le istituzioni internazionali come le Nazioni Unite? Considerata la distanza tra le istituzioni e i cittadini di tutto il mondo, l’informatica sembrerebbe una soluzione ideale per risolvere il problema altrimenti insormontabile della comunicazione a distanza.

Per le Nazioni Unite, le organizzazioni hanno una funzione consultiva; questa cooperazione è positiva sia per i governi nazionali che per le organizzazioni internazionali. Le ONG, dal canto loro, hanno accesso a maggiori informazioni e si inseriscono nelle anticamere del potere. Le Nazioni Unite sono state una delle prime istituzioni del dopoguerra a permettere alle ONG di accedere a organi importanti, come il Consiglio Economico e Sociale. Col passare del tempo, il numero di ONG a carattere consultativo è notevolmente aumentato, dalle 41 del 1948 alle attuali 3742.

Una più ristretta raccolta di documenti dell’ONU è consultabile dal pubblico sul sito internet dell’ONU, e si tratta principalmente di articoli di stampa e riassunti quotidiani degli incontri delle Nazioni Unite preparati dal Dipartimento di Informazione Pubblica. È inoltre disponibile un più ristretto database che contiene gli accordi internazionali, accessibile a pagamento.

La possibilità per i cittadini di avere accesso a delle informazioni riguardanti le politiche pubbliche è considerato dai più un aspetto fondamentale della democrazia, come sottolineato da Catinat e Vedel:

“... Lo scambio e la libera circolazione di informazioni è lo strumento principale della partecipazione dei cittadini ad un sistema democratico; dal momento che la democrazia è una struttura nella quale le persone prendono decisioni su problemi di importanza fondamentale di politica pubblica, i cittadini, in quanto autori del processo decisionale, necessitano di tutte o almeno di gran parte delle informazioni per fare scelte politiche intelligenti.”

L’accesso all’informazione è dunque lo strumento principale della partecipazione dei cittadini ad un sistema democratico. È un criterio fondamentale per l’esistenza di un elettorato informato, per la responsabilità politica del governo e per un funzionamento adeguato del processo politico ed elettorale, non solo nello Stato ma anche nelle organizzazioni internazionali. Le ONG potrebbero costituire un ponte tra la comunità internazionale e la società civile.

Democrazia digitale e società civile – un passo verso la cittadinanza attiva

Le consultazioni all’interno del processo decisionale delle politiche pubbliche hanno allargato l’area della democrazia online dell’amministrazione. In Canada e Regno Unito, le strutture di consultazione sono state adattate alla Rete; dei portali speciali dedicati alla promozione della consultazione pubblica in linea sono stati successivamente creati in Canada e Nuova Zelanda.

La responsabilità politica e la trasparenza sono indici significativi per la qualificazione di una buona amministrazione. L’e-government è oggi uno strumento per lottare contro la corruzione, specialmente nelle società post-comuniste. In questo modo, le esperienze di e-government e democrazia digitale possono aumentare i livelli di fiducia e consolidare la relazione tra amministrazione e società civile. Soltanto pochi Paesi, come l’Estonia, impiegano un sistema di voto in linea per le elezioni nazionali, mentre molti altri (ad esempioo il Canada e l’Irlanda) lo hanno appena sperimentato. Analizzando il caso delle ultime elezioni estoni online, si può constatare che, dalle elezioni locali del 2009 alle parlamentari del 2011, il numero dei votanti su internet è aumentato del 35%. È inoltre interessante vedere che i giovani costituiscono il 10% dei votanti in linea. Thad Hall afferma che gli Estoni ritengono il loro sistema molto efficiente, secondo le statistiche. Alex Halderman, invece, dice l’esatto contrario per quanto riguarda gli Stati Uniti. In un’epoca in cui Google, Twitter e il Pentagono lottano quotidianamente contro i tentativi di attacco degli hacker, non sempre con buoni risultati,sarebbe semplicemente impossibile rendere sicuro il voto su internet per le elezioni nelle piccole realtà locali.

La democrazia digitale sta cambiando il modo in cui i cittadini interagiscono con i politici e l’amministrazione. Gli sviluppi del web 2.0 e delle moderne tecnologie permettono di condividere delle informazioni in maniera praticamente gratuita. Internet è d’altra parte un nuovo modo per raccogliere fondi per le campagne politiche negli Stati Uniti. Adam Berenski afferma però che la maggior parte delle riforme elettorali giovano principalmente ai cittadini che già avevano intenzione di votare; il voto online renderebbe dunque la procedura più semplice e conveniente per i votanti politicamente ricettivi e i sostenitori dei partiti.

Il nostro tempo richiede una nuova definizione della leadership: la leadership globale. Si domanda una nuova (costellazione) di cooperazione internazionale – l’amministrazione, la società civile e il settore privato, uniti a cooperare per il bene collettivo globale.” (Ban Ki-Moon, Segretario Generale ONU, discorso al World Economic Forum, Davos, Svizzera – 29 gennaio 2009).

Ref.: 1 http://www.carnegieendowment.org/pd… 2 http://www.law.virginia.edu/pdf/wor… ³ http://esango.un.org/civilsociety/d… 4 Catinat & Vedel, in Digital Democracy (London: Sage, 2000) p. 184-5

Fonte immagine Flickr

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