Le Comunità e poi l’Unione ci hanno assicurato 70 anni di pace e la prosperità economica. Oggi, tuttavia, i traguardi raggiunti non bastano più.
Anche gli amici, e non solo gli avversari dell’Europa, riconoscono che gli assetti politici ed istituzionali dell’attuale Unione europea sono inadeguati e alla lunga anche insostenibili. La differenza è sul cosa fare.
Le forze nazionaliste, che oggi sembrano avere il vento in poppa, vogliono usare le prossime elezioni per indebolire le istituzioni, rinazionalizzare alcune politiche, abolire o riscrivere le regole che assicurano lo stato di diritto e tutelano i cittadini. Le forze federaliste ed europeiste ritengono invece che la crisi dell’integrazione si possa superare rafforzando il ruolo del Parlamento e della Commissione, dotando l’UE di un bilancio fondato su risorse proprie e trasferendo a livello europeo la sovranità in materie dove gli Stati nazionali sono sempre più impotenti: difesa, politica estera, gestione delle frontiere, immigrazione, ricerca e sviluppo. Le prossime elezioni europee saranno quindi uno snodo fondamentale.
E’ necessario un salto di qualità che solo il coinvolgimento e la mobilitazione dei cittadini possono far compiere. Per questo l’Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e il Movimento Federalista Europeo, raccogliendo l’invito di Romano Prodi di riappropriarsi, in occasione del 21 marzo - festa di San Benedetto, patrono d’Europa - dei simboli europei esponendo fuori dagli edifici la bandiera dell’Unione europea, si rivolgono in particolare agli enti regionali e locali affinché aderiscano e sollecitino in tal senso i movimenti e le organizzazioni della società civile, collaborando a promuovere questa forma di mobilitazione su tutto il territorio nazionale.
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