Comunicazione in Consiglio comunale sul sessantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman

, di Giampiero M. Gallo

Comunicazione in Consiglio comunale sul sessantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman

Pubblichiamo l’intervento del Consigliere del Comune di Firenze Giampiero M. Gallo, a sostegno dell’Ordine del Giorno proposto dalla Gioventù Federalista Europea ai comuni italiani ed europei.

Grazie Presidente, Care Colleghe e Cari Colleghi,

La ricorrenza del Sessantesimo anniversario della Dichiarazione del Ministro degli Esteri francese Robert Schuman, che il 9 maggio 1950 pose le fondamenta della Comunità Europea del Carbone e dall’Acciaio, deve farci riflettere profondamente: in Europa, per la prima volta nella storia, siamo testimoni ed attori di una “rivoluzione pacifica”. La graduale costruzione dell’Unità europea ha posto fine ai conflitti, ha permesso la diffusione del benessere, della democrazia, ha garantito crescita economica e progresso nella ricerca scientifica. La moneta unica, poi, ha dimostrato chiaramente i vantaggi dell’“unità nella diversità”, ed ha agito con forza come agente di trasformazione in un sistema economico e monetario mondiale ancora troppo polarizzato e sottoposto a “squilibri globali”.

Dal vertice di Milano del 1985 il 9 maggio è il giorno di Festa per l’Europa. Sono molte le iniziative che la Giunta comunale ha già deciso per celebrarla con la notte blu e, per sottolineare anche presso le scuole l’importanza di questo anniversario, con la premiazione del concorso “I giovani incontrano l’Europa”.

Dà soddisfazione sapere che l’Istituto Universitario Europeo, il cui Presidente Borrell è ex Presidente del Parlamento europeo, si farà promotore insieme al Comune di Firenze di un’iniziativa importante, il Festival dell’Europa a partire dal 9 maggio del prossimo anno: questo Festival ribadirà la centralità di Firenze in Europa nelle attività di diffusione della cultura europea fra i cittadini.

Ma nel momento in cui il consenso per la costruzione dell’Europa dà segni di stanchezza, è necessario ribadire l’obiettivo esplicito del processo d’integrazione, quell’obiettivo chiaramente espresso nella Dichiarazione del 1950, quel sogno politico – e non soltanto economico, lo ribadisco – che ha guidato i primi “padri fondatori” delle Comunità: Adenauer, Schuman, Jean Monnet, ma ricordiamo giganti italiani della statura di De Gasperi, Spinelli, Calamandrei, La Pira.

Una domanda che sorge in questo momento è: sarebbe opportuno trovare uno spazio in futuro per discutere d’Europa in maniera più distesa nell’ambito di un Consiglio Comunale fiorentino?

La risposta a mio avviso è sì. In primo luogo, per lo spirito che caratterizza la città di Firenze: una tensione continua fra il cosmopolitismo e la specificità locale, una consapevolezza del contributo che la nostra città – in termini di cultura e di personalità – ha dato e può dare alla costruzione europea.

In secondo luogo, perché le questioni che ci troviamo ad affrontare anche a livello locale non sono altro che il riflesso di dinamiche più importanti, che nascono e si sviluppano a livello sovranazionale; il legame fra il livello di governo più vicino al cittadino, il Comune per l’appunto, e quello più adatto a dare risposte concrete ed effettive alle sfide globali, quello continentale, deve essere quindi continuamente ribadito.

Da Firenze può ripartire uno nuovo slancio, una nuova prospettiva per l’Europa; può partire la riscoperta del senso profondo dell’unificazione, del suo messaggio politico di pace e di “prosperità”. Senza un nuovo progetto sono le logiche nazionaliste a trionfare, sono le scelte più miopi ad essere favorite, è il free riding che prevale sull’azione collettiva. Mentre la Grecia incontra una severa crisi che richiede uno sforzo di solidarietà da parte di tutti e tutto il mondo vive una crisi di portata storica, rilanciare il messaggio europeista e federalista vuol dire dare nuova enfasi anche al governo locale, allo spirito partecipativo dei cittadini, agli alti valori che ispirano la politica.

Concludo con una citazione tratta dalla Dichiarazione, che nelle sue prime righe recita: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche.

Come avete sentito, gli sforzi da fare non sono soltanto politici, né solo economici, ma anche e soprattutto creativi. Nel ricordare queste parole profetiche di Robert Schuman siamo chiamati a credere nella creatività istituzionale, nell’immaginazione politica come motore di progresso. Se questo fu possibile all’indomani degli orrori del nazifascismo, è possibile oggi, cogliendo la sfida di una crisi profonda.

Immagine: Cartellone che sarà esposto a Palazzo Vecchio in occasione della Notte Blu fiorentina dell’8-9 maggio.

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