Diritto al voto

, di Olivier La Rocca

Diritto al voto

La mia analisi parte dall’astensionismo che sta colpendo molti degli elettori e cerca di dare una visione sulla motivazione che ci deve portare ad andare a scegliere un proprio candidato.

La mia intenzione non è quella di analizzare i programmi politici presentati od andare ad individuare se all’interno di tali programmi vi sia una visione più o meno alta di Europa, ma è il concetto di cittadinanza che molti di noi stanno smarrendo o, addirittura, hanno smarrito in questa tornata politica. L’aspetto che vi siano dei dubbi e delle incertezze lo ritengo un dato di fatto, sono anche io preso da molti dubbi su chi votare ma non ho mai avuto dubbi sul fatto di andare a votare.

Scrivo questo perché ho sentito sui media molte analisi sui tassi di astensionismo ed ho ascoltato molte persone intorno a me che mi spiegavano i motivi della loro volontà di non andare a votare, si passa da un disincanto per la politica a varie forme di scoramento poiché ci si sente delusi dagli uomini che ci rappresentano o molto genericamente dal fatto che vi sia una forte immobilità nel nostro paese. Tutte queste motivazioni hanno una sussistenza, ma di certo non motivano l’astensionismo in quanto ci auto priviamo di un nostro diritto.

Il diritto di voto è fondamentale ed è uno strumento che ci siamo conquistati, non possiamo disperdere il nostro diritto con una sorta di disinteresse o riluttanza alle persone che legiferano e che molte volte sono state scelte dall’alto senza un nostro parziale coinvolgimento.

La cittadinanza è parte integrante del nostro essere

La cittadinanza è parte integrante del nostro essere, a prescindere dalle idee politiche che ognuno di noi possa seguire; il dato identificativo è quello di saper prendere responsabilmente una scelta, anche se riteniamo, da una visione sommaria, che nessuno ci possa rappresentare. Leggendo i programmi ognuno di noi si farà un’idea su chi andare a votare motivando la sua preferenza e, se nel caso ci siamo resi conto che abbiamo dato fiducia in partiti che ci hanno tradito, rivedremo la nostra scelta ed agiremo di conseguenza. Non si deve commettere l’errore di ottenere tali informazioni attraverso la visione di tribune elettorali o contenitori di politica-spettacolo, dove i nostri rappresentanti interpretano la politica con battute/slogan e dialettiche offensive nell’arena mediatica, con il pubblico astante che applaude e/o inneggia alla vittoria di questo o quel gladiatore anche se non sono i crudi giochi del colosseo.

Cerchiamo anche di superare il massimalismo di alcuni comici che si stanno facendo coinvolgere in politica poiché non è giusto definire tutti gli uomini politici delle figure viscide ed impresentabili; lavoriamo maggiormente di fino e cerchiamo di leggere tra le pieghe cosa ci sia di buono e prendiamoci la nostra responsabilità andando a votare. Troppo facile è definire porci e schifosi delle figure quando anche noi non siamo andati a votarli definendoci dei non collusivi, non c’è collusione nell’andare a votare semmai è il contrario poiché non abbiamo agito e quindi partecipato attivamente, escludendoci dal mondo che legifererà dal quattordici di aprile dove le leggi coinvolgeranno anche le nostre scelte ed azioni.

Non dobbiamo autoprivarci del nostro diritto di voto

Il significato del voto è correlato al senso di cittadino, a tal fine mi piace ricordare che tanti anni fa andai a seguire un’intervista del regista Bernardo Bertolucci, quando riportarono nelle sale il film Ultimo tango a Parigi, durante l’intervista pubblica il regista spiegò che l’aspetto che lo aveva ferito maggiormente non era tanto e solo la gogna mediatica che aveva dovuto subire o il fatto che tutte le pellicole fossero state bruciate o il subire un processo quanto il fatto che la condanna lo avesse privato del diritto a votare; poiché si sentì profondamente privato dall’essere cittadino e quindi poter partecipare attivamente alle scelte nel suo Paese.

Questo diritto è fondamentale per ogni uomo e ci rende partecipi alla vita pubblica con la partecipazione attiva, molti in questo periodo chiedono maggiore partecipazione e su questo sono pienamente d’accordo che si debba fare di più per coinvolgere la cittadinanza, ma non dobbiamo autoprivarci del nostro diritto. Nessuna votazione è inutile, se un referendum lo riteniamo sbagliato diamo un diniego ma il non votare uccide il processo democratico e ci uccide come cittadini.

Alcuni anni fa c’era l’imposizione al voto e non ho mai ritenuto che fosse giusto che ci fosse una legge che imponesse il voto, ora questa legge non esiste più e quindi siamo liberi di non andare a votare senza ricevere sanzioni, ma non è un problema di essere più o meno liberi di andare a votare quanto il rispetto per noi come cittadini che andiamo a svolgere una funzione fondamentale.

Mercoledì 16 vorrei poter leggere che c’è stato uno scarso astensionismo

L’astensionismo è una sconfitta della democrazia, non di questa classe politica, non ci si può nascondere dietro al fatto che non ci sia nessun candidato che ci possa rappresentare avendo ben trenta liste alla Camera e ventinove al Senato che passano dall’estrema destra all’estrema sinistra o liste che puntano su target come disabili e consumatori.

Non mi interessa sapere quali siano le tendenze politiche di ognuno di voi, quello che vorrei è che mercoledì sedici possa leggere che ci sia stato uno scarso astensionismo, poi si faranno le analisi sul vincitore e sul rispetto dei punti politici del programma presentato, ed in quella fase si andrà a sviluppare un’azione forte di protesta o supporto.

Fonte immagine: Flickr

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