Finmeccanica: da partecipazione strategica nazionale a partecipazione strategica europea

, di Domenico Moro

Finmeccanica: da partecipazione strategica nazionale a partecipazione strategica europea

L’articolo elabora alcuni scenari a partire dal fallimento dei tentativi di fusione fra il gigante europeo EADS (European Aeronautic Defence and Space Company, la seconda società del settore aerospaziale al mondo, dopo Boeing) e quello britannico BAE Systems, che rappresenta la seconda più grande impresa al mondo nel settore della difesa.

Il progetto BAE-EADS. Le motivazioni dell’accordo, soprattutto da parte inglese, erano costituite, da un lato, dalla necessità di mantenere volumi produttivi sufficienti a sostenere la competizione globale, resa più acuta dal ridimensionamento delle spese militari in Europa e negli USA; dall’altro, di assicurare la generazione di cassa necessaria a sostenere i crescenti investimenti in R&S (Ricerca e Sviluppo, ndr) richiesti dall’evoluzione tecnologica nell’industria aeronautica, spaziale, elicotteristica, missilistica e nella difesa elettronica. I due gruppi, inoltre, presentano una gamma di prodotti/servizi complementari: EADS, è presente nel settore civile (76% dei ricavi), BAE è presente nel settore militare (95% dei ricavi). Il primo gruppo presidia il mercato europeo (42% dei ricavi), il secondo ha una forte presenza nel mercato nordamericano (42% dei ricavi).

Il quadro politico europeo, nell’ultimo anno, è però cambiato. È un dato di fatto che la Gran Bretagna si sta allontanando da qualunque progetto di progressiva unificazione europea. Non solo non fa parte dell’euro, ma al vertice europeo di dicembre dello scorso anno, al momento del voto sul Fiscal Compact, i paesi dell’Unione hanno dovuto approvarlo senza la partecipazione della Gran Bretagna e della Repubblica Ceca: si è aperta, di fatto, la via formale ad un’Europa a due velocità, con il Regno Unito che si allontana sempre più dal nucleo centrale dell’UE.

Le due società, insieme, avrebbero costituito il primo gruppo mondiale nell’industria aerospaziale, ma le ragioni industriali e commerciali dell’iniziativa si sono scontrate con preoccupazioni politiche: trattandosi di industrie decisive per l’indipendenza tecnologica in un settore strategico per i rispettivi paesi di appartenenza, la politica non poteva non avere l’ultima parola al riguardo. L’intesa, che aveva l’assenso della Francia, uno degli azionisti pubblici di EADS, avrebbe spostato il baricentro della produzione nel settore della difesa in Gran Bretagna, ridimensionando il peso, in questo settore, della Germania, l’altro azionista pubblico (indiretto) di EADS. Dal punto di vista industriale, l’intesa franco-inglese avrebbe rafforzato i legami con un unico cliente: il Pentagono. Dal punto di vista strettamente politico, l’intesa avrebbe comportato la fine di qualunque ipotesi di politica europea di difesa.

La crisi economico-finanziaria di Finmeccanica. EADS e BAE capitalizzano circa 2,5 volte l’equity (ovvero il mercato le valuta ben al di sopra del valore del loro patrimonio netto, ndr), Finmeccanica capitalizza 0,5 volte l’equity. Quest’ultima, nel corso del 2011, ha subito un forte peggioramento della redditività delle sue linee di prodotto e la posizione finanziaria netta negativa è aumentata. L’andamento del titolo in Borsa ne ha risentito ed oggi la capitalizzazione è la metà del patrimonio netto consolidato. Il calo del mercato della difesa sembra aver penalizzato più Finmeccanica di BAE ed EADS. L’esito positivo dell’iniziativa franco-inglese l’avrebbe vista indebolita e, in prospettiva, ulteriormente ridimensionata. I volumi di produzione del nuovo colosso industriale avrebbero consentito di fronteggiare più agevolmente di Finmeccanica i crescenti investimenti in R&S e di disporre di una superiore capacità commerciale nei confronti dei clienti europei e americani. Il fallimento dell’intesa franco-inglese potrebbe, invece, consentire all’Italia di avere un ruolo maggiore in un settore strategico per l’Unione europea e difendere il patrimonio tecnologico ed industriale nel settore aerospaziale.

L’opportunità italiana di partecipare ad un gruppo industriale di dimensioni mondiali. Finmeccanica ha ricavi (17,3 €/bn) non molto inferiori a quelli di BAE (21,2 €/bn) e un’intesa EADS-Finmeccanica potrebbe consentire al nuovo gruppo di conseguire ricavi paragonabili a quelli dell’intesa BAE-EADS (66 €/bn, contro 70). Infatti, anche l’intesa EADS-Finmeccanica consentirebbe di superare i ricavi del leader mondiale Boeing. Inoltre, come BAE, i ricavi Finmeccanica provengono in gran misura dal settore della difesa (60%). Il nuovo gruppo, nel settore militare, avrebbe ricavi pari a quelli di BAE, un portafoglio prodotti bilanciato e volumi produttivi che consentirebbero un rapporto più equilibrato con il cliente nordamericano che continuerebbe a restare un importante punto di riferimento, senza esserne condizionati. La vicenda BAE-EADS ha messo in evidenza l’interesse degli azionisti tedeschi che, indirettamente, rappresentano il governo tedesco in EADS, a ridimensionare la presenza nel capitale di quest’ultima. Il governo tedesco sarebbe intenzionato a far rilevare le azioni dalla KFW e, quindi, avere una presenza più diretta nel capitale di EADS. L’Italia, diversamente dalla Gran Bretagna e dalla Spagna, era rimasta fuori dall’iniziativa franco-tedesca di Airbus, avendo a suo tempo rifiutato di partecipare. Oggi avrebbe l’opportunità di rientrare.

Ipotesi di attuazione dell’iniziativa. Il Governo italiano potrebbe seguire due strade, una più diretta e la seconda compiendo un passaggio intermedio. La prima ipotesi consisterebbe nella cessione della partecipazione in Finmeccanica ad EADS in cambio di una quota di partecipazione che potrebbe collocarsi tra quella spagnola (5,44%) e quella francese e tedesca (22,36%). In questo caso la partecipazione in EADS farebbe capo al Ministero dell’economia e delle finanze. La seconda ipotesi potrebbe prevedere un passaggio intermedio, dato dalla cessione della partecipazione in Finmeccanica alla Cassa Depositi e Prestiti. In un secondo tempo, sarebbe quest’ultima a cedere la partecipazione in Finmeccanica in cambio della partecipazione in EADS. Il vantaggio di questa seconda ipotesi è quello di contribuire alla riduzione del debito pubblico italiano. Le specifiche modalità di attuazione dell’iniziativa e le sue tempistiche dovrebbero ovviamente essere concordate con i governi europei interessati.

I quattro governi europei assicurerebbero la governance di fatto del nuovo gruppo industriale e potrebbero aprire una nuova fase di sviluppo in questa industria strategica, soprattutto dopo che, ad esempio, con il Trattato di Lisbona, il settore spaziale è diventato una competenza europea ed il suo programma-quadro può essere approvato a maggioranza, invece che all’unanimità.

Fonte dell’immagine: Flickr

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