Avanti con chi ci sta!

IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

, di Massimo Contri

Tutte le versioni di questo articolo: [English] [français] [italiano]

IRLANDA: L'1% HA DETTO NO!

I cittadini Irlandesi hanno detto NO al Trattato di Lisbona. L’ordine mondiale è in crisi, sia sul terreno della sicurezza che su quello della globalizzazione economica ed i cittadini hanno paura.

La redistribuzione del potere e della ricchezza a livello mondiale sta generando e genererà scontri e tensioni sempre più forti tra le diverse aree del mondo. Se non emerge una soluzione alternativa all’attuale modello di gestione della globalizzazione, l’unica risposta possibile sarà, e sta già succedendo, il ritorno al protezionismo e alle guerre commerciali e monetarie.

L’Europa, che ha vissuto sulla propria pelle gli orrori dei periodi di autarchia e nazionalismo esasperato avvenuti nel primo dopoguerra, ha una responsabilità enorme nel tentare di indicare una via diversa per gestire i problemi della globalizzazione. Serve coraggio da parte di tutta la classe politica europea. L’Europa deve darsi un Governo federale in grado di agire e rispondere efficacemente alle paure dei cittadini.

Un governo che abbia la forza di promuovere la riforma delle istituzioni sovranazionali, affinchè siano dotate dei poteri necessari ad attuare politiche di redistribuzione della ricchezza, gestione del mercato, affermazione dei diritti, salvaguardia dell’ambiente.

Purtroppo sembra che la classe politica italiana non abbia capito la responsabilità che i cittadini le hanno affidato lo scorso aprile. Il Presidente della Camera Fini ha dichiarato, prima che fossero ufficiali i risultati del voto, “Se gli irlandesi bocciassero il Trattato di Lisbona ci troveremmo in una situazione di crisi senza precedenti delle istituzioni europee”. Io credo che se l’1% della popolazione europea è in grado di bloccare l’altro 99% siamo di fronte ad una crisi senza precedenti della democrazia. Se l’Irlanda non ratifica il Trattato di Lisbona i premier degli altri paesi dichiarino che il tratto entrerà in vigore per quei paesi che l’avranno ratificato.

L’Irlanda ha detto NO ma il Governo italiano può portare subito a compimento la ratifica del Trattato di Lisbona. Il parlamento dovrebbe inoltre impegnarsi ad approvare, in occasione della ratifica, una mozione che impegni il governo a rilanciare il processo costituente in tutte le sedi istituzionali europee anche tra un’avanguardia di Stati, se l’unanimità non sarà possibile.

I problemi dei cittadini europei hanno bisogno di un governo in grado di affrontarli. L’attesa non farà che alimentare le paure e le spinte nazionaliste e protezioniste. È ora che si assumano la propria responsabilità coloro che immaginano un futuro diverso.

Tuoi commenti
  • su 14 giugno 2008 a 01:12, di max2 In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    Non mi ricordo di un referendum su questa costituzione , fatta dagli italiani. Se in Italia, c’è un riformismo voluto dalla gente, penso che sia in parte dovuto pure alla scelta europeista voluta dai politici, senza consultare la volontà popolare. Quando classi politiche , fanno i loro conti senza contare lo sforzo che richiedano alla gente, è più che possibile che la gente si ribelli, perché a volte gli idealisti sognano, ma i loro figli piangono per il pane che manca(vedi marx). Quando questo governo manterrà gli impegni presi con gli elettori, si porrà il problema di un’Europa veramente unita , e non di un marasma federale, dove le multe sono sempre rivolte verso il basso, e non verso l’alto. Fare i grossi con coloro che non hanno un sistema fortemente produttivo, poiché le diverse culture multietniche sono radici stesse della base unitaria dell’Italia(popolo molto latino), è facile per gli anglosassoni, che invece sono molto lavoratori ed uniti tra loro. In effetti, se il Regno Unito, pone dei veti sulla costituzione europea, l’Europa ascolta, se decidono di tenersi la sterlina, l’Europa obbedisce. Se l’Italia chiede che la costituzione abbia dei riferimenti alle radici cristiane, l’Europa non obbedisce, ma ascolta le grandi del nord, ed i nostri atei comunisti, che trovano a Bruxelles molti appoggi nella sinistra europea. Forse l’Italia non è comunista, e questa Europa atea non ci piace, potremmo scoprirlo, in democrazia.L’Irlanda potrebbe non essere l’unica nazione che non sopporta l’arroganza dei tedeschi e degli inglesi.

  • su 16 giugno 2008 a 19:21, di Massimo In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    Cara/o lettrice/lettore,

    la ringrazio molto per il messaggio inviato. In Italia non abbiamo fatto il referendum perché la Costituzione Italiana non prevede, saggiamente a mio modo di vedere, referendum per i trattai internazionali. I referendum vanno fatti non su un trattato di molte pagine che i non addetti ai lavori fanno fatica a leggere e capire ma vanno fatti chiedendo ai cittadini l’indirizzo da prendere, chiedendo ai cittadini una domanda semplice. Mi viene in mente ad esempio “Siete favorevoli ad avanzare nell’integrazione dell’Europa e a dotare l’Europa di un governo democratico che risponda al Parlamento eletto dai cittadini?”.

    I trattati gestiscono problemi e relazioni complessi ed è giusto che siano altrettanto complessi, quello che è altrettanto giusto è però che rispondano alla volontà dei cittadini la quale può essere sondata senza far leggere loro 300 e più pagine di articoli.

    Credo inoltre che se un referendum riguarda i cittadini di tutta Europa dovrebbe essere in referendum europeo e non un referendum di una singola nazione. Nessuno vuole obbligare uno stato a rimanere in Europa, ma mi pare che sia profondamente sbagliato che uno Stato possa imporre agli altri di non proseguire sulla strada dell’integrazione.

    Non capisco invece cosa intenda dire con “un’Europa veramente unita, e non un marasma federale”. L’Europa di oggi è piuttosto complicata, ma le complessità dipendono molto più da coloro che non accettano un semplice assetto federale, coloro che preferiscono un Europa dove i governi decidono a porte chiuse (anzichè dove il parlamento decide alla luce del sole e risponde ai cittadini) e dove il diritto di veto di ciascun Stato non fa che condurre a compromessi sempre più meschini. Da questo punto di vista non vi è dubbio che il nuovo trattato dia più potere di controllo al Parlamento Europeo e quindi maggiore valore al voto dei cittadini. A mio parere il Trattato è un buon passo avanti ma altri passi restano da fare per avere un Europa davvero democratica. Vede, Il Trattato di Lisbona non è affatto contro la democrazia e anzi l’accentua notevolmente, coinvolgendo di più il parlamento europeo e anche i parlamenti nazionali. Gli avversari del trattato lo sanno bene ed è contro questi miglioramenti che si battono. Parlano di democrazia ma fanno di tutto per non averla.

    Sull’ultimo punto dobbiamo fare chiarezza. Non è che l’Europa ascolti gli stati più grossi e più forti del nord, il fatto è che in un Europa dove il potere è saldo nelle mani degli Stati, ciascuno con il proprio diritto di veto, è chiaro che chi è più forte tira il carro. Anche in questo caso il Trattato di Lisbona spostando parte dei poteri verso il Parlamento europeo ed abolendo il diritto di veto in alcune materie introduce più democrazia e meno rapporti di forza.

    Mi ha stuzzicato anche sulle radici cristiana quindi anche qui dirò la mia. Vede, io credo che in un testo che riunisce più di 450 milioni di persone sono importanti i valori in cui tutti si devono riconoscere. Scrivere questi valori è molto più importante che dire da dove arrivano. Il Trattato riporta:

    “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.

    Come può constatare non vi è dubbio che i valori indicati abbiamo un profondo legame con la nostra tradizione cristiana ma se noi avessimo scritto che l’Unione si fonda sulle radici cristiane, e non avessimo esplicitato i valori, avremmo commesso un gravissimo errore. Io sono felicissimo che vi siano in Europa persone che non si riconoscono nella tradizione cristiana ma non accetto invece persone che non rispettino i diritti umani e non si riconoscano nei valori della tolleranza, solidarietà e giustizia.

  • su 17 giugno 2008 a 00:03, di alessandro mirone In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    La costituzione Italiana e’stata scritta da un’assemblea costituente, eletta a questo scopo, e subito disciolta. Essa risulta un buon testo perche l’assemblea e’stata eletta democraticamente seguendo un protocollo fatto per scegliere persone di valore e disinteressate. Il 2 giugno 1946 si svolsero contemporaneamente il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente, con la partecipazione dell’89% degli aventi diritto.

    Tutto il contrario e’avvenuto per questi trattati a valore costituzionale. Essi sono stati scritti nel corso di cinquant’anni dai potenti, cioe’persone interessate che si sono fatte le regole su misura. Per loro e per i loro sponsor. Non c’e’da meravigliarsi che ne risulta un testo che prefigura un regime antidemocratico, e che non risponde per niente alle aspettative degli europei.

    Bene hanno fatto gli irlandesi a rigettare in toto questo testo. il referendum ha mostrato che quando si esce dall’ambito ristretto e autistico delle oligarchie, basta interrogare un uno per cento della popolazione per avere una rappresentazione fedele di quello che pensano 400 milioni di europei a cui gli oligarchi hanno messo la museruola.

    Questo comportamento, da parte degli oligarchi, mi ricorda quanto e’successo in Russia coi bolscevichi. Spero vivamente che questo non sia di cattivo presagio.

  • su 17 giugno 2008 a 11:41, di Federico Brunelli In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    I Trattati che hanno formalizzato l’avvio e il consolidamento del processo di integrazione europea sono il frutto della chiaroveggenza di una classe politica europea che, nel secondo dopoguerra, ha capito che l’alternativa alla guerra era l’Europa. Queste grandi personalità non andrebbero denigrate, ma ringraziate perchè, ad esempio, hanno capito che mettere insieme la gestione del carbone e dell’acciaio tra Francia e Germania, con la creazione di istituzioni sovranazionali, era la strada per dare avvio ad una cooperazione tra questi paesi. I cittadini francesi del tempo avrebbero votato Sì ad un referendum su tale scelta politica? Ne dubito fortemente. Ma è stata una decisione giusta, straordinaria per l’innovazione che ha introdotto.

    Il Trattato di Lisbona non prefigura, come affermi, un regime antidemocratico, ma rafforza la democrazia europea, ampliando le materie su cui è competente il Parlamento europeo e legando la composizione della Commissione, potenziale organo di governo dell’Unione, ai risultati delle elezioni del Parlamento europeo. Contiene certamente dei difetti, perché resta il diritto di veto in materie fondamentali, ma rappresenta comunque un passo in avanti. Ora serve una nuova Convenzione, dopo quella presieduta da Giscard d’Estaing, per scrivere una Costituzione europea, e il Trattato di Lisbona rende possibile convocare questo organo a composizione democratica, non lasciando più ai governi il potere di essere gli unici signori dei Trattati. Ti pare giusto votare No ad un Trattato che introduce questa grande apertura democratica nel procedimento di ratifica? E’ contro la democrazia europea chi vuole interrompere il processo di integrazione, non chi vuole portarlo avanti.

    I cittadini europei sapranno scegliere con coscienza quando sarà presentato loro un progetto di Costituzione europea, capace di portare a compimento la costruzione della democrazia europea, dando un Governo democratico all’UE. Davvero l’1% rappresenta fedelmente quello che pensano i cittadini di tutta l’Unione? Facciamoli votare questi cittadini, ma non paese per paese, ma in quanto europei! E poniamo loro questioni chiare!

    Un referendum europeo, da svolgere nello stesso giorno in tutta l’Unione europea sul testo di Costituzione europea, è lo strumento corretto di ratifica. Esso dovrà porre due alternative chiare:

     > Sì alla Costituzione europea
     > No alla Costituzione europea e conseguente uscita del mio paese dall’Unione Europea

    I paesi in cui prevarrà il No usciranno dall’UE. I paesi in cui prevarrà il Sì, se saranno la maggioranza dei 27, adotteranno la Costituzione.

    Vedremo come andrà questo referendum, vedremo…

  • su 19 giugno 2008 a 00:31, di alessandro mirone In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    >>Queste grandi personalità non andrebbero denigrate, ma ringraziate Certo, una buona parte dei 400 milioni di europei, io compreso, vorremo ringraziarli personalmente.

    > ad esempio, hanno capito che mettere insieme la gestione del carbone e dell’acciaio tra Francia e Germania, con la creazione di istituzioni sovranazionali, era la strada per dare avvio ad una cooperazione tra questi paesi. Questo era tempo fa. Vogliamo parlare del trattato di Lisbona adesso ? ovvero la costituzione europea che col suo principio di concorrenza sfrenata ci pone al di fuori di ogni logica di collaborazione. I cittadini europei gia penano a tenere pubblica l’acqua, figurarsi l’acciaio. Domani sara l’aria.

    > I cittadini francesi del tempo avrebbero votato Sì ad un referendum su tale scelta politica? Ne dubito fortemente. Ma è stata una decisione giusta, straordinaria per l’innovazione che ha introdotto.

    Questo vorrebbe insinuare che la democrazia puo essere esercita solo per scegliere fra due soluzioni entrambe giuste. E’ un modello di democrazia. Abbiamo avuto gia altri esempi con l’unione sovietica e tanti altri. Eccone un altro. Veramente non si finisce mai di scoprire.

    > Il Trattato di Lisbona non prefigura, come affermi, un regime antidemocratico, ma rafforza la democrazia europea, ampliando le materie su cui è competente il Parlamento europeo e legando la composizione della Commissione, potenziale organo di governo dell’Unione, ai risultati delle elezioni del Parlamento europeo. Contiene certamente dei difetti, perché resta il diritto di veto in materie fondamentali, ma rappresenta comunque un passo in avanti.

    Il parlamento nasce gia castrato. Il testo costituzionale lo castra. Centinaia di pagine vincolanti : un esempio, non si potra mai sancire la sacrosanta proprieta popolare della moneta. Saremo sempre schiavi del debito perche la BCE e’sacralizzata dal testo stesso. Detto questo tutto il resto sono dettagli. Il parlamento potra solo portare qualche cerrotto alle famiglie rovinate dalle banche private togliendo dalle tasche di chi sta un po meno peggio. Per non parlare poi della possibilita di procedere per decreto, come in una autentica dittatura.

    > Ora serve una nuova Convenzione, dopo quella presieduta da Giscard d’Estaing, per scrivere una Costituzione europea, e il Trattato di Lisbona rende possibile convocare questo organo a composizione democratica, non lasciando più ai governi il potere di essere gli unici signori dei Trattati. Ti pare giusto votare No ad un Trattato che introduce questa grande apertura democratica nel procedimento di ratifica? Dopo i voti di Francia Olanda e Irlanda dovrebbe essere chiaro che tale approccio non e’accettabile e si dovrebbero trarre le dovute conseguenze. Non farlo vorrebbe attuare il detto di Lenin «se la realta non si adatta alla teoria guai alla realta» . Questo in genere finisce molto male per tutti. Fermo restando il ringraziamento in sospeso per l’amico Giscard, la costituzione deve essere scritta da un assemblea democraticamente eletta che rappresenti fedelmente la popolazione. A nessuno verebbe in mente di farla scrivere ad una setta segreta, tanto per dire una cosa che non rappresenta il popolo e difficilmente potrebbe lavorare per il suo bene.

    >> Un referendum europeo, da svolgere nello stesso giorno in tutta l’Unione europea sul testo di Costituzione europea, è lo strumento corretto di ratifica. Esso dovrà porre due alternative chiare: > Sì alla Costituzione europea > No alla Costituzione europea e conseguente uscita del mio paese dall’Unione Europea I paesi in cui prevarrà il No usciranno dall’UE. I paesi in cui prevarrà il Sì, se saranno la maggioranza dei 27, adotteranno la Costituzione. Vedremo come andrà questo referendum, vedremo

    Penso che sia difficile fare la buona scelta con una pistola puntata alla tempia. Anche questo non e democratico.

    Per rispondere con precisione alle allusioni decantanti fantomatiche concessioni democratiche che sarebbero contenute nel trattato :

    — Il potere legislativo, ordinario e costituente, e’controllato essenzialmente da organi non eletti. Esempio : conferenza intergovernamentale ( composta da ministri!!!) modificante le istituzioni ( articolo 48 $4 TUE ), Commissione europea ( non eletta!!) avente l’esclusivita dell’iniziativa legislativa ( art. 17 $2 TUE, autentico insulto alla democrazia rappresentativa). Ministri che sono co-legislatori (scandalo ) ( articolo 16 TUE ). Banca Centrale produttrice di norme obbligatorie a portata generale !!! (articolo 132 TFUE). Tutto questo prefigura un regime illegittimo che si basa sull’inganno e finira molto male.

    Le procedure di revisione permettono agli esecutivi di modificare loro stesi le istituzioni senza consultare i popoli interessati ( art. 48 TUE)

    I cittadini non dispongono di nessuna procedura a parte una farsa di iniziativa di invitazione che non vale niente perche puo essere ignorata ( art. 11 TUE )

  • su 26 giugno 2008 a 18:12, di Massimo In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    Caro lettore,

    certamente il Trattato di Lisbona non introduce la democrazia perfetta in Europa tuttavia mi pare che le sue affermazioni non afferrino la realtà delle cose. Cercherò quindi di fare un po’ di chiarezza.

    Il potere legislativo del Parlamento Europeo, organo eletto dai cittadini europei, con il Trattato di Lisbona è accresciuto a una misura che raggiunge il 95% di casi di co-decisione con il Consiglio europeo, organo che rappresenta gli Stati. Certo nel 5% c’è il bilancio, la politica estera e di sicurezza e la revisione dei trattati. In quest’ultimo caso il Trattato di Lisbona fa però un passo avanti con l’istituzionalizzazione della Convenzione e la co-decisione dei rappresentanti del popolo (Parlamentari europei e nazionali) con i governi e la Commissione europea. La co-decisione riguarda le proposte di emendamento ai trattati.

    Consideriamo inoltre che la Carta dei diritti viene a far parte della normativa dell’Unione, e si tratta di una presenza giuridicamente e costituzionalmente di grande rilevanza: a Nizza la Carta era stata approvata quale semplice dichiarazione, ora diviene diritto azionabile.

    Sull’iniziativa legislativa il monopolio della Commissione, governo dell’UE che dovrà essere espressione della maggioranza parlamentare eletta, è simile a quello dei governi delle maggiori democrazie. Tuttavia, il Trattato di Lisbona fa un notevole passo avanti, perché prevede l’iniziativa popolare (un milione di firme).

    La BCE inoltre deve essere definita un ente democratico, nella misura in cui protegge i consumatori dall’inflazione. Difende un valore non negoziabile contro le tentazioni di spese senza copertura decise da governi e parlamenti, cosa che in Italia conosciamo molto bene.

    La carenza di fondo che presenta il Trattato, per chi crede veramente che serva più e non meno Europa per affrontare le sfide che abbiamo davanti, è che non si è abolito il potere di veto in molte materie concernenti la politica estera e la sicurezza interna ed esterna all’Europa, ma anche la fiscalità, l’ambiente, la politica sociale, le risorse dell’Unione. In tal modo si perpetua la paralisi dell’Unione in presenza anche di un solo dissenziente: una regola che renderebbe impossibile il funzionamento di ogni organo collegiale al mondo.

    Il processo costituente va quindi rilanciato per ottenere più democrazia anche in questi campi ma mi pare del tutto sbagliato buttare via tutti i passi in avanti che sono stati fatti.

  • su 28 aprile 2009 a 06:48, di marco In risposta a: IRLANDA: L’1% HA DETTO NO!

    sono d’accordo con l’autore dell’articolo. Bisogna prendere quello che si e’ faticosamente ottenuto dall’intricato groviglio di compromessi. Per rispondere al signore «euroscettico» se cosi’ posso definirlo, direi che l’eventuale carenza di democrazia e collegialita’ nel Trattato e’ proprio da imputarsi alla ritrosia di molti governi nazionali che..diciamola tutta..fanno fatica ad allargare la mano in cui detengono il potere. E siccome , spesso purtroppo, certe classi politiche sono specchio della loro nazione, l’imperfezione del Trattato di Lisbona e’ dovuto proprio ad egocentrismi nazionali o addirittura solo di certe classi sociali nazionali che preferiscono mantenere privilegi veri o presunti (di questi tempi..direi solo presunti) nel timore di dover solo DARE agli altri europei.

    Marco

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom