In questo breve articolo vorrei sottolineare come penso sia necessaria una più attenta analisi per quanto riguarda il ruolo del Presidente del Consiglio allo scopo di chiarire le opportunità ed i rischi che questo nuovo ruolo determina. In particolare vi sono due rischi/opportunità: quello istituzionale e quello politico.
L’aspetto politico
Per quanto riguarda l’aspetto politico, viene spesso sottolineato che sarebbe importante avere un personaggio di rilievo, capace di avere visibilità a livello europeo ed internazionale. Questo sarebbe sicuramente importante nel ruolo di «facilitator» nelle relazioni tra i capi di stato e di governo Europei, d’altra parte potrebbe divenire un motivo di tensione con il Presidente della Commissione e
... la difficile cohabitation...
l’Alto Rappresentante nel momento in cui si trattasse di gestire le relazioni con i partner internazionali. Sia il Presidente della Commissione che l’Alto Rappresentante potrebbero rischiare di essere «oscurati» dalla presenza di un Presidente del Consiglio Europeo influente.
In pratica si potrebbe creare una sorta di difficile «cohabitation», come direbbero i francesi, con l’aggravante che le competenze di ciascuno non sono ancora definite in un trattato al quale appellarsi. Il risultato potrebbe dunque essere una rappresentazione ancora meno coerente di oggi delle posizioni europee sia dal punto di vista dei contenuti, sia nel ruolo di rappresentanza i.e. chi rappresenta cosa.
L’aspetto istituzionale
Dal un punto di vista più strettamente istituzionale vi è quindi il rischio che la Commissione (organo sopranazionale), si ritrovi sottomessa al Consiglio (organo internazionale). Questo ovviamente rappresenterebbe un grave salto indietro nel processo di costruzione europea in chiave federalista e potrebbe in seguito essere codificato se diventasse «prassi» nelle relazioni tra le istituzioni.
Da qui la nota di preoccupazione presentata da Barroso al Parlamento Europeo il 7 Ottobre u.s. «La Commissione Europea non accetterà l’idea che il Presidente del Consiglio Europeo sia il Presidente d’Europa».
Infine un forte Presidente del Consiglio Europeo avendo un ruolo chiave di «facilitator» nei rapporti tra gli Stati Membri dell’Unione sarebbe in grado di definire direttamente o indirettamente l’agenda dei 27 in seno al Consiglio, avendo la possibilità di decidere quanto sforzo diplomatico incutere alla sua azione di mediatore per ottenere gli obiettivi in questione.
E’ per questo fondamentale, specialmente nel caso in cui venga scelto un personaggio di rilievo, che questo sia intenzionato a collaborare su un «equal footing» con le altre cariche, e che condivida in maniera chiara il processo di integrazione europea in tute le sue parti (e.g. Euro, Schengen etc). Si ristabilirebbe cosi
... un momento importante per la costruzione europea ...
una sorta di “balance of power” tra le istituzioni e si evitarebbero eventuali conflitti d’interesse. Ciò detto non esclude direttamente un Candidato proveniente da un paese che ad oggi non partecipa in taluni progetti europei. Nonostante questo sia auspicabile è anche da considerare l’impegno politico e la posizione del candidato riguardo il processo di integrazione europea.
In conclusione siamo davanti ad un momento importante della costruzione europea. Vi è sicuramente una grande opportunità ma anche un rischio accentuato dal fatto che i dettagli delle funzioni della nuova posizione non sono ancora chiari. Sarà dunque proprio il primo Presidente del Consiglio Europeo a definirne in larga parte il potenziale ed i limiti nel “gioco istituzionale”.
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