Memorandum al governo Monti

, di Movimento Federalista Europeo

Memorandum al governo Monti

L’Europa è ad un bivio: o porta a compimento il processo di unificazione politica o la crisi travolgerà l’intera costruzione comunitaria. I nodi da sciogliere per scongiurare lo scenario drammatico della disgregazione sono quello di colmare il distacco tra i cittadini e le istituzioni europee, recuperando il consenso nei confronti del progetto europeo, e quello di creare le condizioni per ristabilire la piena fiducia tra gli Stati dell’eurozona. Per conseguire questo risultato, l’UE deve innanzitutto dimostrare di essere in grado di promuovere crescita e occupazione e aprire la strada all’economia della conoscenza.

Con un’economia integrata a livello europeo e una moneta unica, è illusorio puntare su soluzioni nazionali. L’UE, o perlomeno l’eurozona, deve impegnarsi a promuovere un ampio ed articolato piano per lo sviluppo sostenibile finanziato con risorse proprie europee pari almeno all’1% del PIL europeo; queste risorse dovranno derivare in parte dalla emissione di euro-project bonds e in parte dal conferimento a livello europeo del potere di stabilire una tassa sulle transazioni finanziarie ed una carbon tax e di incassarne i proventi.

La battaglia per trasferire a livello europeo nuove risorse, tali da rendere il governo europeo indipendente dai governi nazionali e capaci di rilanciare lo sviluppo, deve accompagnarsi all’avvio di un processo più ampio di riforme delle istituzioni europee: riforme indispensabili per creare una nuova legittimità democratica sovranazionale e le condizioni necessarie per rafforzare, con il consenso dei cittadini, la solidarietà da un lato e i vincoli reciproci dall’altro.

In vista dei prossimi Vertici del Consiglio europeo e dell’Eurozona, e alla luce delle proposte ormai sul tappeto per promuovere una revisione dei trattati europei, la convocazione di una Convenzione, e di svolgere referendum popolari sull’Europa, il Movimento Federalista Europeo chiede pertanto al Governo italiano un forte impegno per:

  • sostenere l’obiettivo della costruzione della Federazione europea a partire dai Paesi dell’eurozona;
  • stabilire i tempi e le tappe di questo processo che deve culminare nella convocazione di una Assemblea/Convenzione costituente entro il 2013, incaricata della stesura della Costituzione. Tale Costituzione dovrà essere ratificata con un referendum, da tenersi contemporaneamente alle elezioni europee del 2014 nei Paesi che avranno partecipato alla redazione della Costituzione. Essa entrerà in vigore una volta approvata da una maggioranza degli Stati che hanno partecipato alla sua elaborazione, rappresentativa della maggioranza dei cittadini;
  • indicare le riforme istituzionali necessarie a realizzare la Federazione dell’eurozona - aperta ai Paesi che vorranno farne parte - nel quadro del più ampio mercato unico europeo. Queste riforme dovranno prevedere in particolare: (1) la possibilità del funzionamento in composizione ristretta del Parlamento europeo quando chiamato a svolgere la sua funzione di organo legislativo della nuova Federazione; (2) la trasformazione del Consiglio dei Paesi che hanno aderito alla Federazione in Camera degli Stati; tale organo dovrà essere chiamato a condividere il potere legislativo con il Parlamento europeo nella sua composizione ristretta; (3) la trasformazione della Commissione europea in un governo democratico eletto dal Parlamento europeo, abolendo la designazione dei singoli commissari da parte degli Stati e la corrispondenza del loro numero con quello dei Paesi membri.

L’Italia ha un’enorme responsabilità. Ogni sua reticenza ad impegnarsi per uno sbocco federale europeo della crisi sarebbe fatale al processo di unificazione, che ha sempre visto il nostro paese giocare un ruolo di avanguardia nel contribuire a promuovere la Federazione europea. Nella crisi attuale, qualsiasi indecisione suonerebbe come un tradimento della classe politica italiana alla linea federalista europea che, negli ultimi sessant’anni, ha caratterizzato e orientato l’azione di statisti, istituzioni, partiti politici, con un largo sostegno da parte dell’opinione pubblica.

Sappiamo che non c’è futuro per l’Italia senza l’Europa. E che non c’è futuro per l’Europa senza la Federazione europea. Ma dobbiamo anche ricordare che non si fa la Federazione europea senza un ruolo attivo dell’Italia.

Fonte immagine Flickr

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