Dibattito costituzionale

Merkel sceglie la scorciatoia di una mini Costituzione - e i cittadini sono ancora una volta esclusi

Comunicato stampa, 9 marzo 2007

, di Jan Seifert, Traduzione di Nives Costa

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Merkel sceglie la scorciatoia di una mini Costituzione - e i cittadini sono ancora una volta esclusi

Il Cancelliere Merkel ha presentato ai capi di Stato europei la sua prima road map per la Costituzione, proponendo un cambio di strategia su due fronti. Per prima cosa, la Merkel vuole accelerare per raggiungere un accordo sul nuovo testo entro il febbraio 2008; in secondo luogo, pensa di basarsi su di un testo molto più breve, che non verrebbe più chiamato Costituzione. Questo compromesso al ribasso è inteso ad evitare ogni possibile consultazione dei cittadini europei attraverso un dibattito allargato prima, e la ratifica referendaria dopo.

Il Presedente della JEF Jan Seifert, da Bruxelles, ha commentato la proposta della Merkel:

«Accolgo positivamente gli sforzi del Cancelliere Merkel di ridare impulso alla Costituzione e di portare tutti i 27 membri dell’Unione europea ad una soluzione il prima possibile. Proprio in questi mesi sarebbe dovuta entrare in vigore la Costituzione, ed ogni mese che perdiamo senza riforme istituzionali impedisce all’Unione di progredire e di adattarsi alla realtà di un mondo sempre più pervaso dalla globalizzazione.»

«Merkel ha ragione nel premere sull’acceleratore, ma questo metodo porterà in un vicolo cieco come già accaduto con il precedente tentativo di ratifica. Un testo forgiato segretamente ed in gran fretta dai diplomatici non potrà mai riflettere la realtà dei cittadini europei. Migliorare la Costituzione è necessario, ma deve trattarsi di un processo trasparente che rifletta le problematiche sollevate dai cittadini europei nei numerosi dibattiti che hanno luogo in questo periodo di riflessione, come previsto dal Piano D. Una Costituzione “snella” non avrà una maggiore aderenza ai bisogni e agli interessi dei cittadini», ha aggiunto Seifert.

La JEF Europe sostiene da tempo che solo una revisione del metodo che includa anche il Parlamento europeo, e che sia trasparente e aperta ai cittadini interessati può portare risultati migliori. “Merkel dovrebbe avere il coraggio di una aprire una Convenzione con l’incarico di rivedere il testo entro un semestre”, è la richiesta di Seifert.

«Il Piano della Merkel di continuare con il vecchio sistema delle ratifiche nazionali fallirà nel 2008 come è già fallito nel 2005 ed in seguito. È il momento di passare a un metodo più democratico, che non permetta ad alcuni Governi di tenere in pugno l’intera Unione. I cittadini europei vogliono fa sentire la loro voce tramite un referendum da tenersi in contemporanea con le elezioni del 2009. La JEF e l’UEF lanceranno presto una ampia campagna su questo tema», ha spiegato Jan Seifert.

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