Per un’azione comune della Società civile europea diretta all’estensione e alla riforma del Bilancio Comunitario

, di Simone Vannuccini

Per un'azione comune della Società civile europea diretta all'estensione e alla riforma del Bilancio Comunitario

La riforma del bilancio dell’Unione è un punto fondamentale intorno al quale si concentrano la riflessione e l’iniziativa politica che mirano al rilancio della costruzione europea sia dopo l’approvazione del Trattato di Lisbona che a seguito dell’esplosione della crisi economica strutturale degli ultimi anni. Su questo tema si congiungono e si intersecano i dilemmi riguardanti le evidenti difficoltà incontrate delle politiche economiche nazionali, l’applicazione reale della sussidiarietà e del federalismo a tutti i livelli di governo, la capacità di rilanciare attraverso un piano europeo l’occupazione, la confidenza e la fiducia nel sistema economico, la stabilità, la crescita e l’investimento nel settore dell’economia tangibile (infrastrutture ed economia verde) ed intangibile (servizi, spazio europeo della ricerca, società della conoscenza).

L’attuale bilancio dell’Unione è il risultato compromissorio di una stratificazione storica complessa, che ha visto avvicendarsi fasi espansive e di rilancio e fasi di stallo (come avviene, più in generale, con il processo di integrazione europea nel suo complesso). La Politica Agricola Comune, i fondi strutturali e di coesione, la necessità del pareggio di bilancio (ovvero l’impossibilità di effettuare deficit spending) definiscono l’ambito dell’attuale disponibilità economica dell’Unione; l’assenza di consistenti risorse proprie, la battaglia sui saldi netti dei vari paesi ne limitano di molto l’efficacia concreta.

Dato il quadro generale appena introdotto, diviene evidente lo spazio d’iniziativa politica a disposizione della società civile europea, se questa fosse capace di organizzare una mobilitazione ed una pressione politica collettiva intorno al tema del bilancio comunitario. L’incremento del bilancio dell’Unione e la sua riforma democratica e federale è infatti un obiettivo netto, preciso e chiaro, oltre che pragmatico; inoltre sintetizza alla perfezione la priorità data dai federalisti alla “questione istituzionale”. Il bilancio (se di entità appropriata) rappresenta infatti uno dei cardini fondamentali ma mancanti della statualità federale europea ancora in fase di formazione, oltre che un elemento di potere importante attraverso il quale rilanciare la capacità della Politica di agire proattivamente per aumentare il benessere dei cittadini europei.

Un ampio fronte di movimenti della società civile potrebbe essere interessato a sostenere con forza la richiesta di un bilancio federale europeo, riformato sia dal lato dei capitoli di spesa che da quello delle entrate. Alcuni esempi: i movimenti che chiedono la produzione e la tutela dei beni comuni devono affrontare il tema del reperimento delle risorse, che in un mondo di stati continente non possono essere altro che risorse di provenienza e natura continentale. Lo stesso vale per i sostenitori del Basic Income a livello europeo, per i movimenti sociali e per le loro campagne a sostegno di un welfare più inclusivo, che può essere ricostruito e rilanciato solo attraverso un piano e finanze comunitarie. Dall’altro versante della disponibilità di bilancio, quello della ristrutturazione della capacità impositiva dei poteri pubblici, alleati potrebbero essere i movimenti ambientalisti (la carbon tax come strumento per ampliare il bilancio dell’Unione e al contempo incentivare la riconversione ecologica e sostenibile dell’economia è uno strumento intorno al quale esiste già un certo consenso) e quelli che si battono per la cittadinanza di residenza (nei confronti di quale ambito amministrativo i residenti pagano le imposte e ricevono in cambio diritti civili, sociali e politici?).

In conclusione, mentre il Movimento federalista si appresta a lanciare una grande campagna quadro per la Federazione europea, il tema del bilancio può rappresentare la chiave di volta per convogliare le forze della società civile (l’altro grande interlocutore dei federalisti insieme ai Governi, alle istituzioni europee ed al popolo europeo in senso lato), favorendo un rilancio dal basso dell’impegno politico e dell’azione collettiva, che sia capace finalmente di puntare con forza e realismo verso l’obiettivo della trasformazione istituzionale dell’attuale Unione in un sistema pienamente federale e democratico.

Fonte immagine: Flickr

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