Nel 1998 il prof. Lombardi Vallauri (docente filosofo del diritto all’Università di Firenze e dal 1976 all’Università del Sacro Cuore di Milano) fu sospeso dall’attività didattica presso l’Università cattolica per il suo insegnamento, giudicato eterodosso rispetto alla dottrina della chiesa cattolica e per le sue posizioni “nettamente contrarie alla dottrina cattolica”; egli non avrebbe dovuto più insegnare “ per rispetto della verità, del bene degli studenti e di quello dell’Università”.
Il filosofo, di formazione teologica, si laureò in Giurisprudenza. Autore di una vastissima serie di saggi filosofico- giuridici, pubblicati tra il 1967 e il 1981, assunse nel 1989, con “Terre, Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell’Oltre”, una posizione radicalmente critica nei confronti della dottrina cattolica ortodossa, aprendo così un nuovo filone della sua ricerca.
Lombardi Vallauri è sicuramente un pensatore di genio. Originale; controcorrente. Non un buffone, non un eretico a tutti i costi. Ha maturato con fatica le sue posizioni. Ben dentro un cattolicesimo cui lo legano, tra l’altro, parentele illustri.
In seguito all’espulsione ricorse al TAR della Lombardia e poi al Consiglio di Stato: facile la risposta dei giudici amministrativi: non sindachiamo quello che decide la chiesa; così vuole il concordato, così vuole la Corte costituzionale. Rimaneva solo il ricorso alla corte di Strasburgo (CEDU), garante dei diritti dei cittadini europei come vuole la “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” Convenzione che negli anni sta acquistando sempre più importanza (come il progetto europeo stesso) tant’è che il Regno Unito, come gli veniva richiesto da decenni, ha adottato nel 1998 (sotto il nome di “human Right Act”) la CEDU come propria, includendola nel "Bill of right”.
La Corte può conoscere sia ricorsi individuali che ricorsi da parte degli Stati. Essa svolge tuttavia una funzione sussidiaria rispetto agli organi giudiziari nazionali, in quanto le domande sono ammissibili solo una volta esaurite le vie di ricorso interne (regola del previo esaurimento dei ricorsi interni), secondo quanto prevede la stessa Convenzione nonché le norme di Diritto internazionale generalmente riconosciute. Gli Stati firmatari della Convenzione si sono impegnati a dare esecuzione alle decisioni della Corte europea. Il controllo sull’adempimento di tale obbligo è rimesso al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. La Corte può emettere anche pareri consultivi, a richiesta del Comitato di Ministri, su questioni giuridiche riguardanti la interpretazione della Convenzione e i suoi Protocolli Addizionali.
Esito del ricorso: l’Italia è stata condannata per aver violato la libertà d’espressione del professore e il suo diritto a un giusto processo. Infatti, il processo al Professore era stato avviato dal cardinale Pio Laghi, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica con numerosi vizi di forma. L’imputato non aveva avuto il testo dei capi d’imputazione che gli avrebbe consentito una difesa. Fuori dunque dal patto internazionale sui diritti civili, peraltro mai sottoscritto dalla Santa Sede. Inoltre l’istruttoria si svolse in segreto dal domenicano Georges Cottier, responsabile del comitato che ora indaga sull’Inquisizione. Vi ha partecipò anche don Velasio De Paolis, l’unica persona che l’imputato ha incontrato. L’espulsione fu notificata con la lettera del rettore della Cattolica Adriano Bausola del 4 novembre 1998 e giunta a Lombardi poche ore prima del Consiglio di facoltà.
Quindi la giustizia amministrativa italiana esce male dall’esame della Corte Europea: da Strasburgo viene censurata per aver abdicato al suo dovere di vaglio dell’atto incriminato, per essersi nascosta dietro in comodo rinvio alla decisione della Santa Sede. Ma la vera condannata è l’Università Cattolica, invano costituitasi di fronte alla Corte Europea; soprattutto quel pezzo di Cattolica che in un fatale consiglio di facoltà, ricostruito dai giudici europei, respinse a risicata maggioranza la mozione in cui si domandavano chiarimenti alla Santa Sede. Per i giudici di
... la giustizia amministrativa italiana viene censurata da Strasburgo ...
Strasburgo la decisione sull’espulsione del filosofo è stata “priva di motivazione e presa in assenza di un reale contraddittorio” In effetti qualora si chiedesse allo stesso Vallauri quali sono stati i motivi dell’accusa, vi risponderà: “Di preciso non lo so, perché gli «errori» che ho commesso non mi sono mai stati contestati in modo puntuale. In una lettera vengono indicati sinteticamente: dottrina sull’Inferno, peccato originale, autorità del Magistero, morale sessuale. Cosa ho detto sull’Inferno che irrita la Chiesa? Secondo proclami solenni di Concili ecumenici approvati dal Papa, tutti gli esseri umani, bambini compresi, sono destinati all’Inferno per via del peccato originale, a meno che non ricevano la salvezza attraverso il battesimo. Inoltre vanno all’Inferno tutti coloro che hanno compiuto peccati «attuali» (per distinguerli dal peccato originale) quali il bacio che non porta alla copula o non andare in chiesa la domenica. Ora, come filosofo del diritto, osservo che il peccato originale è contrario al principio della responsabilità personale, cioè a un principio cardine del diritto; e che una pena eterna è, da un lato, sproporzionata a qualunque delitto uno possa avere compiuto e, dall’altro, inadatta alla rieducazione del condannato, due caratteristiche che la rendono giuridicamente inammissibile.”
... un’Europa laica per la tutela dei diritti dei cittadini ...
E ancora: “Tra le cose strane che la Chiesa ha detto e che mi sono permesso di far notare c’è ad esempio la seguente: nel 1520 papa Leone X ha condannato solennemente come contraria alla verità cattolica la frase di Lutero: «Ereticos comburi est contra voluntatem Spiritus», bruciare gli eretici è contro la volontà dello Spirito santo. Ciò significa che, secondo la verità cattolica, lo Spirito santo approva, se non comanda, la combustione degli eretici. Non mi risulta che la Chiesa abbia mai smentito questa posizione dottrinale.”
L’Europa quindi si rivela fondata su principi laici, ma ciò che è più caro alla Corte di Strasburgo sono i diritti dei cittadini: si occupa della tutela di questi, e interviene laddove lo Stato nazionale si ferma.
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