Accordo del Parlamento Europeo su Next Generation EU

, di Mario Leone

Accordo del Parlamento Europeo su Next Generation EU

Lo definì “buono e solido” l’accordo col quale al Consiglio europeo del 21 luglio scorso Charles Michel, presidente del Consiglio appunto, uscì “vincitore” con un Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 stabilizzato a 1074,3 miliardi di euro con in aggiunta il programma finanziario e sovvenzionale costituito dal temporaneo Next Generation EU di 750 miliardi di euro per complessivi 1824,3 miliardi.

Ieri la presidenza del Consiglio dell’UE, di turno quella tedesca con la cancelliera Merkel, ha raggiunto un accordo politico con il Parlamento europeo.

Ha affermato Michael Clauß, rappresentante permanente della Germania presso l’UE, nel Comunicato stampa: “I negoziati con il Parlamento hanno richiesto tempo, ma abbiamo finalmente raggiunto un accordo politico sugli ultimi dettagli del prossimo bilancio a lungo termine dell’UE. Si tratta di un accordo equilibrato che affronta le questioni sollevate dal Parlamento nel rispetto degli orientamenti ricevuti dal Consiglio europeo di luglio. Siamo ora in grado di intraprendere le prossime fasi cruciali del processo, ossia presentare le diverse parti del pacchetto agli Stati membri e al Parlamento per approvazione. L’Europa è stata gravemente colpita dalla seconda ondata della pandemia di coronavirus e abbiamo urgente bisogno di rendere operativo il fondo per la ripresa per attenuare le drammatiche conseguenze economiche della pandemia. Mi auguro che tutti comprendano l’urgenza della situazione e contribuiscano ora a gettare le basi per una rapida attuazione del bilancio dell’UE e del pacchetto per la ripresa; non possiamo permetterci nuovi ostacoli e ulteriori ritardi.”

I negoziatori del Parlamento europeo hanno tenuto diversi colloqui volti a garantire il consenso del Parlamento al prossimo quadro finanziario pluriennale portando sul piatto della trattativa col Consiglio una via di mezzo: dai 39 miliardi proposti dal Parlamento ai 9 del Consiglio si è raggiunto l’incremento delle disponibilità finanziarie iniziali nella misura di 16 miliardi.

Il pacchetto concordato con il Parlamento comprende:

  • un rafforzamento mirato dei programmi dell’UE, tra cui Orizzonte Europa, UE per la salute (EU4Health) ed Erasmus+, pari a 15 miliardi di EUR attraverso mezzi supplementari (12,5 miliardi di EUR) e riassegnazioni (2,5 miliardi di EUR) nel corso del prossimo periodo finanziario, rispettando nel contempo i massimali di spesa stabiliti nelle conclusioni del Consiglio europeo del 17-21 luglio
  • maggiore flessibilità per consentire all’UE di rispondere a esigenze impreviste
  • maggiore coinvolgimento dell’autorità di bilancio nel controllo delle entrate nell’ambito di Next Generation EU
  • maggiore ambizione in materia di biodiversità e rafforzamento del monitoraggio della spesa per quanto riguarda la biodiversità, il clima e le questioni di genere
  • una tabella di marcia indicativa per l’introduzione di nuove risorse proprie.

A questi 15 miliardi si aggiunge un miliardo di euro che andrà ad aumentare la flessibilità di bilancio per far fronte a possibili esigenze e a crisi future.

La priorità del Parlamento era garantire un aumento dei programmi “faro” che rischiavano di essere sotto-finanziati in virtù dell’accordo del Consiglio europeo del 21 luglio appunto. Ricordiamo che allora davanti alla proposta iniziale di 1100 (al netto del Next Generation EU) il Consiglio aveva ridotto di quasi 26 miliardi la dotazione che, ieri, quindi, è stata in parte recuperata.

I fondi aggiuntivi saranno attinti principalmente da importi provenienti da multe per la violazione della concorrenza leale (che le aziende devono pagare quando non rispettano le regole dell’Ue), in linea con la richiesta originale del Parlamento che i fondi generati dall’Unione rimangano nel bilancio dell’Unione europea.

I negoziatori del Parlamento europeo hanno elaborato una tabella di marcia per l’introduzione di nuove risorse proprie nei prossimi sette anni. Tale tabella di marcia è integrata nell’«Accordo interistituzionale», un testo giuridicamente vincolante. Oltre al contributo basato sull’uso della plastica a partire dal 2021, la tabella di marcia prevede una risorsa propria basata sul sistema di scambio delle quote di emissione di carbonio (ETS) (dal 2023, eventualmente collegata a un meccanismo di adeguamento), un prelievo digitale (dal 2024), nonché una risorsa propria basata su una imposta sulle transazioni finanziarie (ITF) e un contributo finanziario legato al settore delle imprese o una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società (dal 2026).

Le nuove fonti di finanziamento si aggiungono alle risorse proprie esistenti:

  • risorse proprie tradizionali: principalmente dazi doganali e prelievi sullo zucchero (gli Stati membri tratterranno, a titolo di spese di riscossione, il 25% degli importi riscossi, rispetto al 20% per il periodo 2014-2020)
  • risorsa propria basata sull’IVA: derivante da un’aliquota uniforme dello 0,3% applicata alla base dell’imposta sul valore aggiunto di ciascuno Stato membro, con la base imponibile IVA livellata al 50% dell’RNL di ciascun paese (la metodologia verrà semplificata)
  • risorsa propria basata sull’RNL: proveniente da un’aliquota uniforme applicata al reddito nazionale lordo degli Stati membri, questa aliquota è adattata ogni anno al fine di ottenere un pareggio tra entrate e spese (non modificata)

L’accordo, che sarà in Consiglio già la settimana prossima, sarà sottoposto agli Stati membri per l’approvazione insieme agli altri elementi del prossimo quadro finanziario pluriennale e del pacchetto del Next Generation EU, compreso il regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’UE.

Ricordiamo che solo il 5 novembre scorso la presidenza tedesca del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla riforma delle condizionalità che consente di tutelare il bilancio dell’UE qualora sia assodato che la violazione dei principi dello Stato di diritto in uno Stato membro comprometta o rischi seriamente di compromettere la sana gestione finanziaria del bilancio dell’UE o la tutela degli interessi finanziari dell’UE in modo sufficientemente diretto. Contempla tutti i fondi dell’UE, comprese le risorse assegnate attraverso lo strumento del Next Generation EU. Siamo senza dubbio davanti a un momento innovativo, non solo per la gestione quindi la misura dell’assetto finanziario europeo, ma perché il metodo sta mutando spostando l’asse dalle istituzioni espressione dei governi nazionali a quelle prettamente comunitarie riallocando la funzionalità e la responsabilità delle risorse. Come ha affermato la deputata liberale francese Valérie Hayer l’impegno alla creazione di nuove risorse proprie nel bilancio comunitario, vuol dire che «l’Unione europea sta rivedendo nei fatti il suo metodo di finanziamento», «abbiamo appena invertito il corso della storia verso un’Europa meno intergovernativa. Questo è un momento storico».

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