Queste le parole di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, nel suo ultimo messaggio di Natale. Sassoli si è spento nella notte dell’11 gennaio, per una grave complicanza del sistema immunitario. Eletto il 3 luglio 2019, è stato una delle figure cardine del contrasto alla pandemia, a partire dall’impegno a rendere permanente il Next Generation Eu e fare del debito comune un elemento essenziale per il futuro dell’Unione.
Nel suo discorso di insediamento, ricordava come l’Europa non fosse «un incidente della storia», sul cui declino molti avevano scommesso «alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia». Anzi. Proprio da queste spinte disgregatrici è nata una forma di rivincita in chiave europeista, tanto per l’Unione quanto per il suo Parlamento. Un riscatto sancito anche dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa per la cui nascita è stato incisivo il ruolo di Sassoli.
Le sue furono parole in chiave nettamente anti-sovranista, nelle quali richiamava «lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza».
Proprio questi sono stati i pilastri della sua concezione politica. L’idea di un’Europa dei diritti e delle libertà, volta al rispetto della dignità umana e in prima linea nella lotta per l’uguaglianza di genere. L’idea di una politica al servizio dei cittadini, volta all’impegno di avvicinare ad essi le istituzioni europee: «Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue».
Sassoli ha combattuto la sua battaglia fino alla fine, con una partecipazione attiva a favore del bene collettivo nel rispetto dei suoi valori umani di coerenza, lealtà, educazione. Con lui se ne va una figura di spicco per l’Italia e l’Europa, promotore del cambiamento a favore della solidarietà e della democrazia, in grado di tenere le redini del Parlamento europeo in un momento delicato e complesso, ridefinendone principi e regole. Del suo impegno non si può che ringraziarlo, e fargli onore portando avanti il suo messaggio.
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