Il 10 dicembre però è anche una data – ulteriore – che conferma le aspettative non rosee per i bilanci pubblici dei Paesi della zona euro che davanti alla crisi economica da Covid19 si trovano ancora in una fase di stallo, proprio in attesa di sbloccare i fondi finanziamenti e le sovvenzioni di quei Piani nazionali di ripresa e resilienza contenuti nel dispositivo europeo elemento prortante del Next generation EU. A queste aspettative ha risposto la Banca centrale europea, per niente intimorita, davanti alla recrudescenza della pandemia, che ha ricalibrato i propri strumenti di politica monetaria.
Nel suo comunicato ha evidenziato: “Le misure di politica monetaria assunte oggi contribuiranno a preservare condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia, sostenendo il flusso del credito a tutti i settori dell’economia, sorreggendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine. Nello stesso tempo l’incertezza rimane elevata, anche per quanto riguarda la dinamica della pandemia e la tempistica relativa ai vaccini. Continueremo inoltre a seguire l’andamento del tasso di cambio in relazione alle sue possibili implicazioni per le prospettive di inflazione a medio termine. Il Consiglio direttivo resta quindi pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si avvicini stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria.”
Il Consiglio direttivo in primo luogo, ha lasciato invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale (rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%); questo perché i tassi di interesse di riferimento della BCE sono attesi stabili rispetto a quelli attuali con una inflazione su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione.
Altro intervento del Consiglio direttivo che rappresenta il vero e proprio allert della BCE in merito alla capacità della tenuta del debito dei Paesi della zona euro è legato all’incremento della dotazione del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) di 500 miliardi di euro.
Il 18 marzo 2020 il Consiglio direttivo della BCE aveva deciso di supera alcuni limiti autoimposti, perché avrebbero potuto essere d’ostacolo alle misure che l’Eurosistema è stato chiamato ad adottare, per garantire l’efficacia dell’azione nel momento di esplosione della pandemia di Covid19, facendo “saltare” il consolidamento delle quote ai fini del programma specifico PEPP, mentre il 4 giugno ha adottato nuove decisioni di politica monetaria, innanzitutto, ampliando la dotazione del PEPP di 600 miliardi di euro, raggiungendo un totale di 1.350 miliardi di euro.
Con la decisione di ieri (10 dicembre) la BCE ha portato il totale a 1.850 miliardi di euro complessivamente a disposizione.
La BCE ha voluto, inoltre, estendere l’orizzonte degli acquisti netti dello stesso PEPP almeno sino alla fine di marzo 2022 e finché non si riterrà conclusa la fase critica legata alla pandemia. Per i titoli del PEPP in scadenza è stato deciso di estendere il periodo di tempo entro il quale reinvestire il capitale rimborsato sui titoli almeno sino alla fine del 2023.
Il Consiglio direttivo ha anche deciso di intervenire sulle condizioni che sono attualmente praticate alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO-III): altri 12 mesi utili, fino a giugno 2022, per l’applicazione delle condizioni più favorevoli (tre operazioni aggiuntive saranno condotte fra giugno e dicembre 2021).
Le LTRO aggiuntive mirano a tutelare la liquidità e le condizioni dei mercati monetari. Le operazioni vengono condotte con frequenza settimanale e con scadenza tutte in concomitanza con la data di regolamento a pronti della quarta operazione del programma TLTRO-III cioè lo scorso 24 giugno 2020.
Inoltre, il Consiglio direttivo ha deciso di incrementare l’ammontare totale che le controparti potranno ottenere in prestito nelle TLTRO-III dal 50% al 55% del rispettivo stock di prestiti idonei (offerta valida solo per le banche che raggiungono un nuovo obiettivo in termini di volume dei prestiti erogati).
Il Consiglio direttivo ha esteso fino a giugno 2022 la durata dell’insieme di misure di allentamento dei criteri di idoneità applicabili alle garanzie da esso adottate il 7 e il 22 aprile 2020, con l’impegno di riesaminare tali misure prima della predetta scadenza di giugno 2022.
Ma non è tutto. Gli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) proseguiranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, in considerazione del fatto che è necessario rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento prima della ripresa dei tassi di riferimento della BCE. Ricordiamo che la BCE ha un programma ampliato di acquisto di attività (appunto denominato APP) comprendente: il programma di acquisto di attività del settore pubblico sui mercati secondari (PSPP), il terzo programma per l’acquisto di obbligazioni garantite, il programma di acquisto di titoli garantiti da attività e il programma di acquisto per il settore societario. Gli acquisti nell’ambito del programma PEPP sono stati distinti dagli acquisti effettuati nell’ambito di APP e si sono aggiunti a questi ultimi.
Infine, le operazioni di pronti contro termine dell’Eurosistema per le banche centrali (Eurosystem repo facility for central bank, EUREP) e tutte le linee temporanee di swap e pronti contro termine con le banche centrali di paesi non appartenenti all’area dell’euro saranno estese fino a marzo 2022.
Infine, il Consiglio direttivo ha deciso di continuare a condurre le regolari operazioni di rifinanziamento mediante aste a tasso fisso con piena aggiudicazione dell’importo richiesto alle condizioni vigenti finché ciò sarà necessario.
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