CAROSENE: UN RINFORZO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE CON UN’INIZIATIVA DI CITTADINI EUROPEI.

, di Moritz Hergl, tradotto da Benedetta Viola

CAROSENE: UN RINFORZO DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE CON UN'INIZIATIVA DI CITTADINI EUROPEI.

Nel 2018, Timothée Galvaire e altri studenti hanno lanciato un’iniziativa di cittadini europei con l’obiettivo di accelerare la trasformazione della mobilità. La petizione, con oggetto la tassazione fiscale del carburante per l’aviazione nell’Unione Europea, è stata finora firmata da più di 70.000 persone e questa esigenza è stata accettata dai politici. Grazie all’iniziativa, Timothée e altri due compagni hanno ricevuto lo scorso anno il premio “Cittadino Attivo 2019”. In un’intervista, Timothée racconta come i politici hanno perso l’opportunità data dalla crisi sanitaria per passare a una mobilità sostenibile e perché il Diritto d’iniziativa dei cittadini europei non merita tale nome.

D: Nel 2018 hai dato inizio al progetto “Carosene” con l’obiettivo di tassare il cherosene, il carburante utilizzato nell’aviazione. Come ti è venuta l’idea?

R: La prima volta che sentii parlare di franchigia da oneri fu nel novembre 2018, quando questa divenne una delle esigenze principali del movimento dei gilet gialli. L’organizzazione stava lottando contro un aumento repentino del prezzo del carburante delle auto, quando allo stesso tempo l’aviazione, di cui le persone con redditi elevati abusano, era esente da imposte. Oltretutto, questa non è l’unica agevolazione fiscale di cui gode l’industria dell’aviazione: ai viaggi internazionali non si applica l’IVA. La presenza di questi vantaggi ha favorito la riduzione artificiale dei prezzi che, a loro volta, con la crescita artificiale della domanda hanno aggravato la crisi climatica. In più, le emissioni derivate dall’aviazione si sono più che raddoppiate dal 1990, dal momento che il trasporto aereo è uno dei pochissimi settori che continuano ad aumentare le emissioni inquinanti. Anche se la mobilità internazionale occupa un ruolo sempre più importante nel nostro mondo globalizzato, è imprescindibile promuovere la mobilità sostenibile. Tuttavia il treno, il mezzo di trasporto a motore più ecologico, spesso è più caro rispetto al trasporto aereo. Sono proprio questi vantaggi fiscali ad incentivare l’utilizzo dell’aereo a discapito del treno, anche per tratte di media distanza. Di conseguenza dovremmo imporre più tasse al transito aereo, per sovvenzionare maggiormente i treni, il nostro migliore alleato contro l’inquinamento causato dalla mobilità. Nel momento in cui i giovani stavano iniziando a manifestare per il clima, pensai che potevo contribuire anche io all’azione climatica, lanciando un’iniziativa politica. E, dato che la situazione fiscale dell’aviazione è meno complessa a livello europeo per svariate ragioni, si prospettava necessaria una campagna europea. Da studente di Relazioni Internazionali conoscevo bene la prassi del Diritto d’iniziativa dei cittadini europei, uno strumento che permette a noi cittadini dell’UE di contribuire alla definizione dell’agenda politica. Un gruppo formato da sette cittadini lancia una petizione, proponendo alla Commissione Europea di iniziare l’iter legislativo basato sulla proposta, che deve rientrare fra le competenze dell’Unione. Se la proposta ottiene un milione di firme entro 12 mesi, la Commissione è obbligata a rivedere la richiesta, ma non per questo diventerà un procedimento legislativo. Ho deciso perciò di sfruttare il Diritto d’iniziativa dei cittadini europei, l’unico strumento utile per avere un impatto nell’agenda politica dell’UE, per esortare i nostri capi politici a porre fine a questa assurda esenzione.

D: Quasi due anni dopo, come valuti il Diritto d’iniziativa dei cittadini europei? Da parte dei cittadini, garantisce accesso diretto ai procedimenti legislativi dell’Unione o ti senti pessimista al riguardo?

R: Quando la Commissione Europea presentò il Patto Verde Europeo, la sua nuova strategia per fare dell’Europa il primo continente libero dal carbone -cosa che avrebbe implicato la tassazione del cherosene- abbiamo raccolto 700.000 firme in 7 mesi. Il nostro Diritto d’iniziativa ha ottenuto il suo lieto fine, ciononostante, molte iniziative non hanno goduto della stessa fortuna. Sulle 80 lanciate, solo 5 hanno raggiunto le firme richieste. D’altro canto, molti promotori delle iniziative giunte a buon fine non sono soddisfatti delle azioni di controllo della Commissione... I cittadini comuni non hanno l’opportunità di raggiungere il milione di firme necessarie. I promotori dell’iniziativa che hanno avuto successo non erano cittadini comuni ma, piuttosto, persone che lavoravano per ONG o sindacati, le cui reti e organizzazioni avevano deciso di unire le forze per lanciare una campagna paneuropea. Tuttavia, queste persone vantano lunghe liste di contatti email, godono di ingenti finanziamenti e hanno conoscenze tecniche, risorse su cui i cittadini comuni non possono contare. Per questo è piuttosto ipocrita dare alla procedura il nome di Diritto d’iniziativa, quando i cittadini non possono sfruttarla, e sono abbastanza critico nei suoi confronti. Nonostante ciò, rimane l’unico strumento esistente di democrazia partecipativa di cui disponiamo come cittadini della UE (a parte rispondere alle consultazioni pubbliche) e, pertanto, è importante continuare a utilizzarlo: meglio avere uno strumento fatto male, che non averne nessuno. Raggiungere il milione di firme è una grande sfida, ma i cittadini non possono rimanere in silenzio: dobbiamo partecipare di più per risolvere i problemi della collettività! Se non diremo nulla, loro vinceranno.

D: Una volta che la Commissione Europea avrà reso disponibile la sua proposta, continuerà a essere necessaria più iniziativa da parte della società?

R: Attualmente, la Commissione Europea sta valutando l’impatto della tassazione. Dovrebbero avanzare una proposta legislativa per giugno 2021. Una volta iniziate le negoziazioni, avremo bisogno dell’aiuto dei cittadini europei. Dal momento che le politiche fiscali si decidono all’unanimità, tutti gli Stati membri devono trovarsi d’accordo sull’introduzione dell’imposta, mantenendo ciascuno il diritto di veto. Come ti potrai immaginare, molti paesi si opporranno all’equa tassazione del trasporto aereo. Sarà allora che vi sarà la necessità di dimostrare e convincere i nostri governi, tramite la pressione dell’opinione pubblica, che è ora di anteporre il pianeta al privilegio del mezzo di trasporto più inquinante e alla crescita economica.

D: A causa della pandemia il numero di voli è drasticamente diminuito, riducendo le emissioni. E’ arrivato il cambiamento che stavamo aspettando?

R: No. Avrebbe potuto, ma i nostri governi hanno deciso il contrario. I governi europei hanno riscattato le linee aeree, senza alcuna clausola di carattere ambientale. Sebbene le emissioni di anidride carbonica siano aumentate rapidamente, e malgrado l’assenza di tasse in un momento di congiunture favorevoli, i nostri capi politici hanno deciso che l’industria dell’aviazione meritava di essere riscattata con i fondi dei contribuenti e senza condizioni ambientali come, ad esempio, la riduzione delle emissioni. Dato che la pandemia non sembra dover finire a breve, sarà necessario più denaro pubblico per mantenere a galla o, in questo caso, in aria, le compagnie aeree europee. Era davvero il momento di un cambiamento profondo nel nostro sistema dei trasporti, nonché di ridurre la nostra dipendenza dal petrolio, ma i nostri governi hanno deciso di continuare a peggiorare la crisi climatica e a posticipare l’azione climatica nell’aviazione.

D: Qual è il tuo prossimo impegno in agenda?

R: Mi sono unito a Generation Climate Europe (GCE), la più grande alleanza di ONG guidata da giovani a livello europeo, che spinge l’UE a un’azione più forte sui problemi legati al clima e all’ambiente. Sono il mediatore del Gruppo di lavoro sul trasporto sostenibile, nell’ambito del quale ci battiamo per ottenere politiche più ecologiche sui trasporti nella UE. L’aviazione rappresenta il 13% delle emissioni derivate dai trasporti e, inoltre, dobbiamo affrontare molte altre fonti di inquinamento: motori a diesel, fuoristrada, crociere, eccetera. Generation Climate Europe sta crescendo e cerca volontari! Unisciti a noi per saperne di più sull’elaborazione di politiche dell’UE, lo sviluppo sostenibile, il lobbying e le nostre azioni, mentre contribuisci a rendere l’Unione Europea più verde! Clicca qui per diventare volontario.

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