EUROBULL: Presentati brevemente. Cosa fai ad oggi e hai mai avuto esperienze di studio o lavoro in Europa fuori dal tuo paese natìo?
Luca: Ciao, sono Luca, ho 27 anni e lavoro nel mondo IT da 5 anni presso una piccola/media impresa italiana a conduzione familiare, ho avuto esperienze di studio/lavoro solo in Italia.
Veronica: Ciao sono Veronica, sono all’estero già da 6 anni ormai. Dopo la triennale in Scienze Politiche, ho completato un Master internazionale in Giornalismo e Comunicazione. Il primo anno ad Aarhus, in Danimarca, e il secondo ad Amsterdam. La prima esperienza lavorativa è stata invece a Praga, per una multinazionale FMCG e sono rimasta 3 anni. Da novembre 2020 mi occupo di comunicazione digitale per una organizzazione no-profit nel settore medico a Brussels.
EUROBULL: Ti senti europea/o? Perché?
Luca: Non credo che la nazionalità di una persona ne identifichi nessuna caratteristica, è necessario un ordinamento giuridico per regolamentare diritti e doveri delle collettività e delle politiche economico/sociali. Premesso questo mi sento un cittadino Europeo perché credo che questo organo sovra-nazionale abbia la possibilità di gestire l’economia e la politica estera con un potere maggiore rispetto a quello che singolarmente possono fare le nazioni.
Veronica: Suonerà banale, ma non mi sono sentita del tutto europea finchè non sono andata via dall’Italia e ho conosciuto persone europee e non. Per me, ha a che fare con il sentirmi ‘a casa’ dovunque sia. Al di là delle inevitabili differenze, gli Stati membri hanno una storia comune e hanno costruito e continuano a costruire un’architettura di valori condivisi.
EUROBULL: Pensi che abbia un senso sentirsi europee/i?
Luca: No, sentirsi qualcosa non significa che lo si sia effettivamente, d’altro canto il non sentirsi qualcosa non implica il fatto che non lo si sia. Non c’è bisogno di sentirsi qualcosa per impegnarsi insieme rispetto ad un obiettivo comune.
Veronica: Non avrebbe senso il contrario. Ma capisco che, se non si entra effettivamente in contatto con altre persone, molti non se ne rendano conto. Credo che la nostra generazione, grazie soprattutto ai social media, sia più consapevole di questo sentimento europeo.
EUROBULL: Quali sono le tre priorità per te fondamentali per il futuro della tua generazione?
Luca: a) Rivoluzione Green
b) Politica estera mirata alla sostenibilità del mercato globale, tutelando la qualità dei prodotti e del lavoro
c) Integrazione sociale di tutte le minoranze
Veronica: La transizione ecologica, un accesso più agevolato al mondo del lavoro per i giovani e lotta al gender pay gap.
EUROBULL: Chi potrebbe occuparsi meglio di queste priorità, l’Unione europea o il tuo paese? Perché e come?
Luca: Per il punto a) e c) Indubbiamente l’UE, in Italia abbiamo un livello di democrazia che rasenta l’imbarazzante, credo che sia lo stato con il livello di politica più basso in Europa (ok forse negli ultimi 5, non proprio l’ultimo), abbiamo bisogno che qualcuno traini queste rivoluzioni prima di tutto sociali. Per il punto b) forse in Italia siamo un po’ più avanti come sostenibilità del lavoro, indubbiamente da parte dell’Europa sarebbe necessaria un cambiamento della politica fiscale, il fatto che le multinazionali possano andare in “paradisi fiscali” interni all’Europa a discapito di altri stati non fa altro che creare competizione piuttosto che unione.
Veronica: Deve essere uno sforzo condiviso. L’UE può e deve fornire il framework di riferimento, ma i singoli paesi devono implementare misure specifiche per le loro realtà.
L’INTERA INCHIESTA
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